L’Istat certifica anche per quest’anno cosa e come (non) si legge in Italia

È stata pubblicata oggi dall’ISTAT l’indagine “La produzione e la lettura di libri in Italia” per il 2014: i lettori di libri in Italia scendono al 41,4%

Continua a diminuire lo zoccolo duro dei lettori italiani, passati al minimo storico del 41,4% (nel 2013 si erano attestati a quota 43%). Nell’anno che si è appena concluso infatti poco meno di 24 milioni di italiani dai 6 anni in su hanno dichiarato di aver letto almeno un libro (23 milioni 750 mila).

Ovvero il 58.6% degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno nel tempo libero.

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Questi i primi dati che emergono dall’indagine ISTA La produzione e la lettura di libri in Italia dedicata al 2014. Come sempre in Italia le donne leggono più degli uomini, con il 48% delle donne italiane che hanno letto almeno un libro nel 2014 rispetto al 34,5% degli uomini.

I dati ISTAT

L’unica fascia di età in cui i lettori sono superiori ai non lettori è quella compresa tra gli 11 e i 19 anni, mentre sono i giovanissimi (11-14 anni) i lettori più forti con il 53% che ha letto almeno un libro nel 2014.

Naturalmente è l’ambiente famigliare il primo fattore che condiziona la lettura degli italiani: il 66,9% dei ragazzi che tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori legge. Tra i ragazzi con genitori che non leggono invece la quota di lettori si abbassa al 32,7%. Circa il 10% delle famiglie italiane non ha nemmeno un libro in casa (9.8% la cifra esatta), mentre il 63,5% delle famiglie italiane possiede al massimo 100 libri.

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Nelle città si legge di più, con una quota di lettori che arriva al 50,8%, quota che crolla al 37,2% nelle città con meno di 2.000 abitanti. Il Sud è la zona del Paese in cui si legge meno in assoluto, con il 29,4% degli abitanti che ha letto almeno un libro nel corso del 2014 (31,1% nelle isole).

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L’ISTA considera lettori forti quelli che leggono in media un libro al mese e che rappresentano il 14,3% della popolazione (dato che continua ad essere stabile).

Nonostante la crisi infine rispetto al 2013 aumentano sia i titoli pubblicati (+6.3%) che le copie stampate (+2.5%). E questo dato si collega direttamente alla tirature delle copie stampate dagli editori italiani: il 39,5% dei libri ha una tiratura inferiore alle 500 copie. Roba da spararsi.

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Soltanto ll’11.6% dei titoli pubblicati viene stampato in più di 5.000 copie. E tutto questo senza parlare dei resi, naturalmente, che sono l’incubo di editori e librai. In pratica stiamo parlando di un mercato che non esiste.

I libri si vendono, gli ebook si leggono

E se non esiste il mercato del cartaceo figuriamoci quello del digitale. Sono infatti circa 5 milioni gli italiani con più di 6 anni che hanno dichiarato di aver letto o scaricato libri online o ebook negli ultimi tre mesi del 2014, per dato complessivo dell’8.7%, cifra che aumenta al 15,6% delle persone che utilizzano internet negli ultimi mesi.

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Il dato dovrebbe far riflettere molto gli editori di casa nostra perché a fronte di un mercato digitale che vale il 5% del mercato editoriale, abbiamo quello stesso mercato digitale che vale l’8.7% del mercato dei lettori e addirittura il 15.6% quando parliamo di lettori che utilizzano la rete.

Una dimostrazione molto concreta di come gli ebook vengano molto più letti che comprati, a differenza dei libri che spesso vengono comprati ma non letti (si pensi soltanto ai regali…).

Il digitale comunque continua a crescere tanto che il 24% dei titoli pubblicati in cartaceo oggi sono disponibili anche in digitale, oltre a tutti quelli pubblicati soltanto in digitale.

Colpa dei lettori…

Stendiamo un velo pietoso poi sul fatto che per il 49.9% degli editori la colpa della “non” lettura degli italiani sia dovuta alla mancanza di una efficace educazione alla lettura: come al solito “non siamo noi che facciamo libri brutti e non sappiamo come promuoverli ma sono i nostri lettori che non sono educati alla lettura”.

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Penso non esista altro settore al mondo in cui viene reiterato un comportamento del genere, ma ormai non ha neanche più senso parlarne.

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