Il Corriere della Sera e la morte del copyright, una vergogna tutta italiana

Il Corriere della Sera e la morte del copyright, una vergogna tutta italiana: RCS pubblica un instant book sul caso Charlie Hebdo “rubando” le vignette di più importanti disegnatori italiani (e non solo)

Internet e le nuove frontiere dell’editoria digitale hanno completamente cambiato il mondo del diritto d’autore, tema che ancora oggi è uno dei più discussi e complessi da affrontare quando si parla di internet.

Potremmo dire che tutto è iniziato con Napster e con la celebre causa intentata al primo programma di file sharing da parte dei Metallica. Da allora i grandi gruppi editoriali hanno da sempre fatto fronte compatto contro la rete, google, i blogger cattivi e i perfidi social network, colpevoli di “rubare” i loro preziosissimi contenuti.

Succede poi che il Corriere della Sera decide di pubblicare un instant book sui fatti di Charlie Hebdo che tutti conosciamo. Una serie vignette di importanti disegnatori italiani che hanno voluto dire la loro sulla strage di Parigi, in più il ricavato sembra vada in beneficenza alla redazione di Charlie Hebdo (scrivo “sembra” perché in passato queste operazioni benefiche hanno riservato molte sorprese). Normalmente si tratta di operazioni di copiaincolla più o meno varie, ma questa volta al Corriere si sono davvero superati.

Ecco cos’ha scritto Roberto Recchioni a proposito nel suo blog: “[…] Per realizzare questo volume, che è arrivato in edicola oggi, quelli del Corriere pescano le vignette dal web e le impaginano alla bene e meglio. Con immagini a bassa definizione. Non chiedono alcuna autorizzazione agli autori […]”.

Autori come Roberto Recchioni appunto, ma anche come Giacomo Bevilacqua, Milo Manara e tantissimi altri. Quando ho visto la notizia sono rimasto allibito, ho voluto fare qualche verifica online perché mi sembrava talmente grossa da essere un fake.

Ma la redazione di Lercio.it non è niente rispetto al Corrierone nazionale: tutto vero. E ci sarà anche un volume da libreria da Rizzoli-Lizard, così di colpo i vignettisti di Charlie Hebdo e tanti altri disegnatori diventeranno anche autori della scuderia Rizzoli-Lizard senza che nessuno gli abbia mia chiesto nulla. Guarda un po’ che fortuna…

Io sono davvero disgustato da tutta questa operazione, anche perché molto probabilmente sarebbe bastato contattare i singoli autori per chidere loro una liberatoria, visto che l’operazione in teoria dovrebbe essere benefica. Ma qui siamo oltre a qualsiasi cosa, i “libri” vengono fatti e impaginati direttamente dagli stagisti, dai grafici, da gente che pesca a caso dalla rete dei contenuti senza neppure sapere di cosa si sta parlando. I libri vengono fatti dal settore marketing, quando invece il marketing servirebbe a vendere i libri (e qui potremmo stare giorni a discutere…)

E non venitemi a tirare in ballo il diritto di citazione, questo è sciacallaggio puro. Non si tratta di un blog che pubblica una foto qualsiasi senza copyright, cosa che io per primo faccio spesso, non si tratta di diritto di cronaca, non si tratta di niente: si tratta semplicemente del più importante gruppo editoriale italiano che calpesta ogni regola in un’operazione commerciale.

Oltretutto, credo ci sia una violazione doppia del copyright, dato che la maggior parte delle immagini sono state prese da facebook, con cui il Corriere dovrebbe aver firmato un contratto che gli permette di pubblicare tranquillamente quello che vuole prendendolo dal social network più famoso del mondo.

Sarebbe bello che tutti gli autori e i vignettisti si unissero in una bella azione legale, ma sappiamo già che non sarà così perché molti di loro collaborano con RCS, e si sa che in Italia non è bene pestare i piedi ai giganti, dopo non ti fanno più lavorare. Spero sinceramente di essere smentito.

Quindi viva la libertà di stampa, ma vaffanculo al diritto d’autore. Direi che siamo messi davvero bene.

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