Dopo l’ok del ministro Profumo agli ebook nella scuola è arrivata la reazione della filiera “della carta” italiana.
Suona davvero come una barzelletta la reazione all’ok del ministro Profumo agli ebook nelle scuole da parte dell’Associazione italiana editori (Aie), della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, dell’Associazione librai italiani (Ali) e dell’Associazione nazionale agenti rappresentanti e promotori editoriali (Anarpe).
Quella che potremmo definire “la filiera della carta” infatti ha emesso una nota delirante in cui si sostiene che il libro di carta avrebbe un irrinunciabile valore pedagogico, ma si scade nel ridicolo quando si dice che
“a oggi non è dimostrato da nessuna parte che l’impatto sempre più pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute, senza contare che la memorizzazione e la comprensione sono meno sollecitati dai supporti elettronici”.
Davvero siamo alle comiche: ma cosa significa “non è dimostrato che non fa male”? Ma ci rendiamo conto della pochezza di contenuti di questi signori? Roba davvero ridicola, come dire che visto che non è dimostrato che gli spaghetti potrebbero essere cancerogeni allora non dobbiamo mangiare spaghetti.
Per non parlare poi del fatto che invece è ampiamente dimostrato che per i bambini (sopratutto delle scuole primarie) è dannoso andare a scuola con cartelle e zaini pesanti a causa dei libri, per non parlare del danno economico per le famiglie a causa dei continui rincari dei libri di testo.
Un’intera corporazione non vuole accettare che il mondo è cambiato e cerca disperatamente di mantenere il suo misero monopolio, senza rendersi conto che questa non è una sfida che potranno vincere, soprattuto se continuano a comportarsi così.
Leggo il suo articolo a commento del nostro comunicato stampa sul decreto del ministro Profumo. Francamente resto allibito dalle argomentazioni che sembrano il frutto di chi non conosce bene il tema.
Primo: noi non abbiamo mai rifiutato l’innovazione tecnologica, tant’è che da tempo parliamo di “integrazione” tra diversi media, ossia di quel processo definito “cross media” che dovrebbe essere il futuro dell’editoria. La invito alla nostra conferenza stampa di mercoledì 10 aprile a Roma, in Senato, è forse capirà di cosa stiamo parlando e a cosa stiamo lavorando. Secondo: le assicuro che noi non deliriamo né raccontiamo barzellette, siamo Associazioni Industriali serie ed i settori che rappresentiamo fatturano 32,9 miliardi di euro e danno lavoro a 213 mila addetti (provi a moltiplicarli per quante famiglie che ci campano!) e producono una occupazione indotta di 527 mila addetti, la produzione di carta è realizzata per il 54% impiegando macero. Quando tutto ciò sarà scomparso, al loro posto ci saranno poche aziende che daranno lavoro a poche centinaia di persone sottopagate e a partita IVA. Terzo: lei non sa che nel decreto crescita bis votato dal Parlamento a dicembre c’è l’art.11 che dispone sui testi scolastici. La norma è equilibrata e chiarissima in quanto prevede 3 tipologie di libri scolastici da adottare: ben 2 di esse sono completamente digitali e 1 è “mista” ossia un testo cartaceo con contenuti digitali integrativi. Noi ci opponiamo al decreto Profumo perché stravolge questa giusta impostazione voluta dal Parlamento marginalizzando la parte cartacea. Ha capito? Nessuno si oppone alla possibilità che si adottino libri tutti digitali, ma ben diverso è imporre una visione strumentale, a vantaggio solo di chi produce questi software, a scapito della possibiltà di scelta. Insomma tre sono le opzioni e di queste ben due e mezzo digitali, a noi vanno bene, e tali devono restare!
Quarto: la bugia del risparmio! Perché non viene detto che i tablet se li pagheranno le famiglie? E le connessioni? E i consumi energetici che aumenteranno?
Quinto: lo sa che in USA e in Sud Corea, non proprio due Paesi poco informatizzati, molte scuole e università sono tornate alle versioni miste di libri? Infatti hanno svolto serie ricerche, che invece il Ministero non ha voluto effettuare, ed hanno scoperto che la massiccia e continua esposizione a strumenti elettronici crea danni ai giovani, inoltre diminuisce la memorizzaione se si studia solo davanti ad uno schermo. Questi sono i fatti, il resto solo parole!!
Quindi occorre moderazione, certezza dei contenuti e controllo delle fonti (tutte) prima di prendere posizioni drastiche. Chi per mestiere scrive, queste cose dovrebbe saperle molto bene.
Con i migliori saluti
Claudio Covini
Direttore Generale Assografici
Buongiorno Direttore Covini, le sue argomentazioni purtroppo hanno poca sostanza dietro: qui non si pretende di sostituire la carta, ma di affiancare i due prodotti (digitale e cartaceo). Il punto è che la filiera editoriale italiana sta tentando in tutti i modi di boicottare il digitale per favorire i suoi interessei (formati inadeguati, prezzi alle stelle, zero flessibilità, contenuti ridicoli, ecc. ecc.). La cosa è più che legittima, non sostengo affatto il contrario, dico soltanto che viene fatto in maniera abbastanza superficiale. Il punto di fondo è che invece di imparare da quanto è successo all’industria discografica state ripetendo in maniera cieca gli stessi errori. Ci sono processi che non sono giusti né sbagliati, accadono e sono inarrestabili. E’ successo a tantissimi altri settori in diverse epoche storiche e non ci si può fare niente. Tutto qui.
La vostra giustificata reazione ricorda tanto il luddismo (io lo chiamo luddismo digitale) e, ripeto, è più che legittima, ma la realtà è che avete perso in partenza.
E, per cortesia, non venga a impartire lezioncine su etica e professionalità, non siete nella posizione di fare la lezione a nessuno visto le politiche folli e sconsiderate che avete applicato negli anni, puntate solo a massimizzare i profitti a discapito della qualità e dei vostri utenti.
Cordiali saluti.
Etica e professionalità? Politiche folli e massimizzazione dei profitti? Boicottaggio del digitale? Luddismo digitale? Lezioni da dare?
No guardi, l’atteggiamento del settore della carta non è proprio questo. E non può permettersi nessun boicottaggio…perché non lo fare e perché antistorico. E a proposito di boicottaggi, come definire i comunicati stampa che evidenziano i vantaggi ambientali e economici per cittadini e famiglie del libro digitale (che non poggiano su solide basi informative)? Come qualificare ancora i tentativi di dare addirittura un formato imposto (leggasi numero di pagine minimo) ai libri in carta?
Forse ci dimentichiamo che nell’ambito scolastico svolge un ruolo fondamentale la didattica, che deve cambiare per poter utilizzare digitale e carta e qualsiasi altro medium. Tutti questi sono strumenti, il vero obiettivo della scuola è un altro. Come dimenticare, poi, i temi della concentrazione e della memorizzazione da cui anche una scuola sulla via della digitalizzazione a qualunque costo non può prescindere. Certo non usare il digitale significa perdere occasioni e il contatto con i giovani, ma abbandonare la carta significa perdere un’opzione importante, in fondo il vero e unico wireless.
La carta svolge, inoltre, una funzione importante per tutti quei cittadini che, per attitudine d’uso o per mancanza di connessione web… scelgono la carta! Il digital divide rimane infatti ancora un forte limite all’accesso di servizi per i quali la richiesta del cittadino può essere fatta solo via digitale mentre la carta dovrebbe essere mantenuta come opzione.
Segnali in contro tendenza rispetto alla digitalizzazione a tutto tondo vengono addirittura dagli USA dove le recenti iniziative prese dal Governo Federale in questa direzione, trovano delle resistenze basate proprio sul ruolo informativo e inclusivo della carta per vaste fasce sociali. Infatti, i senatori Sean Duffy, rappresentante repubblicano del Wisconsin, e Mike Michaud, democratico del Maine, hanno infatti presentato una risoluzione per garantire che i cittadini possano richiedere moduli fiscali, benefits sociali e altri servizi anche in formato cartaceo. E Consumers for Paper Options (http://www.paperoptions.org), associazione americana formata sia da aziende che da privati, che si batte per il diritto all’informazione cartacea, ha applaudito la risoluzione.
E a proposito di salute, è vero gli zaini pesano. Ma basti riempirli anche con un po’ di ragionevolezza! E’ vero anche però che tutto ha un costo e un peso. Lo sappiamo bene anche in azienda dove facciamo le visite anche per l’esposizione al rischio da videoterminali e dove spendiamo dieci volte superiore al costo della carta e dei francobolli.
Cordiali saluti
Massimo Medugno
———————————————————————–
Massimo Medugno
Direttore Generale
ASSOCARTA
Viale Pasteur, 8-10
00144 Roma
Tel 06 5919131
Fax 06 5910876
http://www.assocarta.it
Ricicla questo foglio quando avrai stampato il messaggio.
La carta è rinnovabile, riciclabile ed è il supporto più naturale per le idee.
http://www.twosides.info/it
When you print this email, please recycle it.
Paper is renewable, recyclable and the natural support for ideas.
http://www.twosides.info/it
Etica e professionalità? Politiche folli e massimizzazione dei profitti? Boicottaggio del digitale? Luddismo digitale? Lezioni da dare?
No guardi, l’atteggiamento del settore della carta non è proprio questo. E non può permettersi nessun boicottaggio…perché non lo fare e perché antistorico. E a proposito di boicottaggi, come definire i comunicati stampa che evidenziano i vantaggi ambientali e economici per cittadini e famiglie del libro digitale (che non poggiano su solide basi informative)? Come qualificare ancora i tentativi di dare addirittura un formato imposto (leggasi numero di pagine minimo) ai libri in carta?
Forse ci dimentichiamo che nell’ambito scolastico svolge un ruolo fondamentale la didattica, che deve cambiare per poter utilizzare digitale e carta e qualsiasi altro medium. Tutti questi sono strumenti, il vero obiettivo della scuola è un altro. Come dimenticare, poi, i temi della concentrazione e della memorizzazione da cui anche una scuola sulla via della digitalizzazione a qualunque costo non può prescindere. Certo non usare il digitale significa perdere occasioni e il contatto con i giovani, ma abbandonare la carta significa perdere un’opzione importante, in fondo il vero e unico wireless.
La carta svolge, inoltre, una funzione importante per tutti quei cittadini che, per attitudine d’uso o per mancanza di connessione web… scelgono la carta! Il digital divide rimane infatti ancora un forte limite all’accesso di servizi per i quali la richiesta del cittadino può essere fatta solo via digitale mentre la carta dovrebbe essere mantenuta come opzione.
Segnali in contro tendenza rispetto alla digitalizzazione a tutto tondo vengono addirittura dagli USA dove le recenti iniziative prese dal Governo Federale in questa direzione, trovano delle resistenze basate proprio sul ruolo informativo e inclusivo della carta per vaste fasce sociali. Infatti, i senatori Sean Duffy, rappresentante repubblicano del Wisconsin, e Mike Michaud, democratico del Maine, hanno infatti presentato una risoluzione per garantire che i cittadini possano richiedere moduli fiscali, benefits sociali e altri servizi anche in formato cartaceo. E Consumers for Paper Options (http://www.paperoptions.org), associazione americana formata sia da aziende che da privati, che si batte per il diritto all’informazione cartacea, ha applaudito la risoluzione.
E a proposito di salute, è vero gli zaini pesano. Ma basti riempirli anche con un po’ di ragionevolezza! E’ vero anche però che tutto ha un costo e un peso. Lo sappiamo bene anche in azienda dove facciamo le visite anche per l’esposizione al rischio da videoterminali e dove spendiamo dieci volte superiore al costo della carta e dei francobolli.
Cordiali saluti
Massimo Medugno
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Massimo Medugno
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Tel 06 5919131
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La carta è rinnovabile, riciclabile ed è il supporto più naturale per le idee.
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[…] si dibatte sull’opportunità di dare più spazio agli ebook all’interno delle scuole (ne abbiamo parlato qui), esistono intere nazioni in cui reperire un libro di carta è una missione […]
[…] in passato su Editoria Digitale abbiamo parlato di questo atteggiamento e il comunicato stampa ufficiale dell’AIE è l’ulteriore conferma […]
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[…] al solito in Italia di fronte a situazioni di crisi si piange il morto e si invocano aiuti di stato, in Francia si guarda il ciclone che sta per arrivare dritto in faccia […]
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