Brandon Sanderson sbanca il mondo dell’editoria: un crowdfunding da 41 milioni in 2 settimane per i suoi libri.
Brandon Sanderson è riuscito a fare qualcosa che resterà nella storia. Chiariamo subito un punto: non è certo il primo scrittore ad utilizzare il crowdfunding per finanziare un suo libro, ne avevamo scritto già nel 2012 a proposito dell’iniziativa di Victor Gischler, per non parlare del caso clamoroso di Good Night Stories for Rebel Girls che è partito nel 2016 ed è diventato addirittura un fenomeno sociale oltre che editoriale.
Quello che stupisce nell’operazione realizzata da Sanderson è la portata mastodontica del finanziamento raccolto: 41 milioni di dollari. La rockstar del fantasy americano sapeva bene di avere una fan base massiccia, tanto che si era prefissato come obiettivo minimo 1 milione di dollari.
Ma qui stiamo parlando di 41 fuckin’ millions, una cifra che dovrebbe far riflettere molto i tanti intelligentissimi che reggono le fila dell’editoria internazionale.
Una progetto editoriale (quasi) only digital
Uno degli aspetti che stupisce di più in tutta l’iniziativa è che siamo di fronte a un progetto only digital: i lettori riceveranno infatti 4 eBook e 4 audiolibri di un nuovo franchise, “four secrets novels”. La quota minima è di 40 dollari, per ricevere i libri con copertina rigida bisogna spendere almeno 160 dollari.
La stragrande maggioranza degli utenti ha scelto però le offerte only digital: 44.430 sostenitori hanno acquistato il pacchetto da 40 dollari (4 eBook), 40.681 sostenitori hanno preferito il pacchetto da 60 dollari (4 audiolibri e 4 eBook), 49.491 il pacchetto da 160 dollari (4 ebook e 4 libri con copertina rigida), 11.463 il pacchetto da 220 dollari (tutti i formati).
I numeri che potrebbero realizzare l’editoria
Per realizzare 41 milioni di dollari a Sanderson è bastato (si fa per dire) trovare poco più di 180.000 lettori, 185.341 per la precisione. Per incassare la stessa cifra vendendo libri nel mercato tradizionale avrebbe dovuto vendere all’incirca 20 milioni copie (stiamo facendo un calcolo molto alla buona).
Particolare ancora più interessante è quello relativo al numero di sostenitori che hanno scelto di acquistare il pacchetto gold da 500 dollari e più: 23.103 sostenitori, ovvero più del 10% del totale.
Non serve dunque essere Stephen King o J.K. Rowling per ottenere risultati pazzeschi, serve sopratutto avere una fan base determinata e affezionatissima. Nell’era dell’editoria disintermediata è fondamentale scrivere qualcosa che piaccia tantissimo a un pubblico verticale piuttosto che qualcosa che piaccia un po’ a tutti.
E gli editori?
Non dobbiamo però sottovalutare il ruolo degli editori: se Sanderson è riuscito a fare quello che ha fatto è perché fino a ieri ha avuto editori che lo hanno pubblicato, lo hanno promosso e hanno creduto in lui.
Editori che ora si ritrovano a zero dopo anni di investimenti (e di guadagni, sia chiaro). Come fare per tutelarsi? Il vincolo contrattuale è l’unica arma che gli editori possono utilizzare per tutelarsi di fronte a situazioni di questo tipo.
Oggi come oggi il libro è soltanto una parte del business, ma è una parte fondamentale perché senza il successo editoriale di un libro difficilmente arriva tutto il resto (film, serie tv, progetti di crowdfunding, ecc. ecc.).
Anche se gli agenti spingono da tempo per gestire in maniera autonoma i cosiddetti diritti secondari (che ormai tanto secondari non sono), per gli editori diventerà vitale prendersi una fetta anche di quella torta, a costo di rinunciare a pubblicare gli autori che non ci stanno.
Si tratta di una partita difficilissima e tutta da giocare, ma in gioco c’è la sopravvivenza stessa del comparto editoriale così come lo conosciamo oggi.
Come avrebbe detto Tom Hagen
c’è più potenziale finanziario nella gestione dei diritti secondari che in qualunque altro affare e se non ci mettiamo le mani noi lo farà qualcun altro […] I diritti secondari sono il miglior affar del futuro e non mettiamo le mani lì dentro rischiamo tutto quello che abbiamo. Non subito, ma nel giro di diec’anni.