Editoria francese, l’analisi del mercato transalpino

Editoria francese: il White Paper di Francoforte che analizza tutti i numeri e le tendenze del mercato editoriale transalpino.

La Francia è stata il Paese ospite all’ultima edizione della Buchmesse di Francoforte, il più importante evento mondiale dedicato al libro. E sono proprio la Francia e il suo mercato editoriale i protagonisti del White Paper della Buchmesse, un’analisi approfondita che fotografa lo stato di saluto del mondo editoriale transalpino.

Francia, al di là degli stereotipi

Il volume inizia con lo smontare i classici stereotipi relativi al mondo francese, ovvero che la letteratura dei “cugini” consista sopratutto in autori che scrivono profonde e noiose riflessioni sul loro ombelico. Oggi l’editoria per ragazzi (bambini e Young Adult) e i fumetti stanno vivendo un periodo d’oro in Francia.

La letteratura francese oggi è stata profondamente trasformata da autori come Michel Houellebecq, Muriel Barbery, Dany Laferrière, Joël Dicker, Kamel Daoud, Fred Vargas, Marc Levy e Guillaume Musso. Per quanto riguarda la non-fiction una nuova vita è arrivata grazie all’economista Thomas Piketty e allo specialista del mondo arabo Gilles Kepel.

I numeri del 5° mercato editoriale mondiale

Nel 2015 il fatturato totale dell’editoria francese ha raggiunto i 4,14 miliardi di euro, cifra che fa della Francia il 5° mercato mondiale per quanto riguarda l’editoria. Tra il 1995 e il 2005 il settore è cresciuto del 24,3%, mentre i prezzi dei libri sono aumentati del 25,4%.

Tra il 2010 e il 2014 si è registrato un calo complessivo del 7%, ma nel 2015 il trend è tornato a salire (anche se di poco), mentre nei primi mesi del 2016 si mantiene stabile. Il numero delle copie vendute nel 2015 ha raggiunto quota 436 milioni, cifra che rappresenta un +45,1% rispetto a vent’anni fa.

I settori che sono cresciuti di più negli ultimi vent’anni sono stati il fumetto, e l’editoria per ragazzi (bambini e Young Adult) che, messi insieme, valgono circa il 24% dell’intero mercato (13,7 % ragazzi, 10,4 % fumetti). Il calo maggiore invece è stato quello dei dizionari e delle enciclopedie (dato chiaramente collegato allo sviluppo della rete). In crescita anche la letteratura (25% del fatturato editoriale complessivo) e i libri pratici (13,4% del fatturato).

Per quanto riguarda il numero di titoli si è passati dai 23.436 titoli pubblicati nel 1995 ai 67.150 titoli del 2015 (anche se a quest’aumento spropositato di titoli non è seguito un pari aumento delle vendite). Anche per i fumetti l’aumento è stato esponenziale, sia che il target siano i ragazzi o gli adulti: dai 444 titoli del 1995 si è passati ai 3.620 del 2015, tanto che i fumetti francesi (e belgi) si sono ritagliati un genere tutto loro a livello internazionale a fianco dei manga o dei fumetti supereroistici statunitensi, genere spesso impropriamente definito con l’espressione graphic novel.

La Francia e il digitale

Come va il settore digital in Francia? Nel 2015 l’editoria digitale ha fatturato complessivamente 164 milioni di euro, ovvero il 6,5% del mercato globale. Il trend è molto positivo: +14,9% rispetto all’anno precedente e, se si guardano i tre anni il fatturato è letteralmente raddoppiato. Al primo posto per quanto riguarda gli ebook ci sono i libri di testo e l’editoria professionale specializzata (in primis le pubblicazioni di tipo legale).

Un mercato estremamente regolamentato

Quella della forte regolamentazione è una delle caratteristiche storiche del mercato editoriale francese, e in generale di tutta la Francia. Gli sconti sui libri sono infatti bloccati da una legge dell’agosto 1981 che limita al 5% il tetto massimo di sconto che possono operare i rivenditori (sconto che sale al 9% quando si tratta di vendite alle biblioteche). Per la vendita al dettaglio dei libri di testo invece ci sono margini di sconto maggiori.

Su queste pagine siamo stati molto polemici rispetto alla legge Levi, legge che prende ispirazione da quella francese ma che alla fine ne è l’emulazione fallita. Va detto comunque che in Francia il “blocco dello sconto”, chiamiamolo così, ha funzionato, dato che un’analisi fatta dal Ministero della Cultura nel 2009 ha rilevato come questa disposizione abbia avuto un impatto estremamente positivo.

Anche nel mercato digitale vale la stessa regola, ovvero sono gli editori e non i rivenditori a decidere il prezzo di vendita. La disposizione, messa in atto nel 2011, è stata al centro di numerose polemiche con Amazon, player che ha impostato gran parte della sua strategia commerciale proprio sui prezzi stracciati.

La tutela dei diritti d’autore è un tema centrale per l’ industria editoriale francese. Nel 1992 è stato creato il French Intellectual Property Code che norma e regolamente ogni aspetto della questione. L’ultimo aggiornamento è del novembre 2014 quando sono stati aggiornati i termini in relazione al mercato digitale.

Canali di vendita

Negli ultimi vent’anni anche in Francia c’è stato un forte cambiamento per quanto riguarda i canali di vendita. Oggi il web è diventato uno dei punti di riferimento del settore con il 19% delle vendite totali. In crollo verticale invece i classici “club del libro” o gli altri tipi di vendita per corrispondenza.

Interessante notare come le grandi catene specializzate in cultura (FNAC in testa), hanno aumentato la loro fetta di mercato arrivando a rappresentare il 25% delle vendite totali, grazie anche al grande aumento dei punti vendita in tutto il Paese (nel 1995 avevano circa il 16%).

Resistono anche le librerie indipendenti con il 18,5% del mercato, anche hanno accusato una flessione dato che vent’anni fa rappresentavano il 23,6%. Le librerie indipendenti in Francia sono ancora un centro nevralgico per lo sviluppo della lettura, giocando un ruolo primario nel lancio degli autori esordienti e salvaguardando la biodiversità culturale dei titoli.

Le vendite all’estero

Il francese oggi è la seconda lingua più tradotta nel mondo dopo l’inglese. Nel 2015 sono stati firmati 12.255 contratti di cessione di diritti a editori stranieri in più di 50 lingue nel mondo, con un incremento del 29,3% rispetto al 1995.

In Italia, ad esempio, nel 2015 sono stati acquistati i diritti di pubblicazione di 1.312 titoli, anche se il record è del 2013 con 1.385 titoli. I generi più tradotti sono libri per ragazzi e Young Adult (29.9%), fumetti (23,8%), saggistica e non fiction (19%) e fiction (15,4%).

Complessivamente viene tradotto all’estero il 20% dei titoli pubblicati ogni anno (circa 12.255 su 67.150), grazie anche ai finanziamenti sulla traduzione dal francese stanziati dal Centre National du Livre e dall’Institut Français: solo nel 2014, ammontavano a quasi 2 milioni di euro (1.916.000 per la precisione), cifra che ha sostenuto la traduzione di 1.100 titoli. Inoltre il Centre National du Live ha fornito altri 1.742.000 euro per la traduzione all’estero di 332 titoli.

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