eBook a scuola: se ne riparla nel 2015

Ulteriore rinvio per l’introduzione del digitale nelle scuole italiane. Personalmente ero molto scettico alla presunta “svolta digitale”, naturalmente non per il provvedimento in sé ma perché come al solito in Italia si parla di ebook a scuola quando gli studenti hanno appesi ai muri ancora le cartine dell’Europa con le due Germanie, la Jugoslavia, la Cecoslovacchia, ecc (e non sto affatto scherzando).

Non è che puoi passare direttamente dalla bicicletta con le rotelle al Ducati Monster, se non ci sono i necessari passaggi intermedi si rischia soltanto di creare un danno ancora più grande.

Per non parlare del livello di informatizzazione degli insegnanti, che spesso non leggono neanche i libri di carta, figurati quelli digitali. Un intervento del genere rischierebbe di andare a sconquassare il delicato equilibrio che regola oggi i rapporti tra gli insegnanti e i promotori delle case editrici, equilibrio molto particolare e su cui come al solito in Italia si parla pochissimo.

Da un punto di vista simbolico sarebbe stato comunque un segnale forte, una scossa ad un sistema che continua a vivere di privilegi e che sta accelerando sempre di più la sua autodistruzione.

Questa comunque la notizia:

Dopo lo slittamento al settembre 2014, che aveva rimandato di ulteriori 12 mesi un provvedimento già fissato dal decreto dell’ex ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, viene impresso un nuovo alt alla riforma che doveva portare i libri digitali sui banchi degli istituti scolastici nazionali.

E’ stato il titolare attuale delle competenze in capo al Miur, Maria Chiara Carrozza, a decidere il blocco della legge che – secondo le indicazioni ritenute definitive a seguito della proroga di un anno – doveva inaugurare l’era del “sussidiario digitale” tra i banchi.

Esultano gli editori, che avevano chiesto una frenata all’ingresso degli ebook nei piani di studio scolastici, a fronte di un fatturato che pone i volumi per l’apprendimento a un quinto della filiera dei libri in Italia.

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