Apple e Google spingono verso gli audiolibri letti da intelligenze artificiali, i lettori sembrano apprezzare nonostante le polemiche.
La discussione del momento nel mondo degli audiolibri è legata all’utilizzo delle Intelligenze Artificiali. Se da un lato Google ha lanciato in sordina il suo servizio già a dicembre 2021, poche settimane fa Apple ha annunciato di aver reso disponibile anche nel suo store la possibilità di pubblicare audiolibri letti da intelligenze artificali.
Da più parti gli addetti ai lavori si sono lamentati per questa decisione, dato che se l’AI continuerà a progredire a questi ritmi non è inverosimile pensare a un mondo in cui gli speaker verranno sostituiti da intelligenze artificiali.
Google e Apple, diverse strategie per l’utilizzo dell’AI
La scelta di Apple è per alcuni aspetti simile a quella di Google, ovvero permette agli editori di creare le versioni audio dei titoli pubblicati nei loro store utilizzando in maniera gratuita le voci create dall’AI. Google al momento offre una maggiore scelta in termini di lingue (inglese standard, spagnolo, portoghese, francese e tedesco) e di accenti regionali (inglese british, americano, indiano, australiano, castigliano, messicano, spagnolo “latino”, brasiliano…). Per ogni lingua o accento sono disponibili voci di generi e di età diverse.
Apple per ora ha messo a disposizione degli editori 4 voci (due maschili e due femminili) ma con l’inglese come unica opzione (trovate tutti i dettagli qui).
Google oltre ad offrire il servizio gratuito agli editori (per ora…), assicura che gli audiolibri seguiranno gli upgrade dell’AI, quindi è verosimile pensare che un audiolibro letto da Intelligenza Artificiale pubblicato oggi fra qualche anno sarà notevolmente diverso.
Google inoltre permette agli editori di scaricare il file audio e di pubblicarlo anche su altri store, a patto che il titolo resti sempre disponibile su Google Play Store (anche se va specificato che Audible e Spotify, ad esempio, hanno espressamente vietato agli editori la possibilità di pubblicare titoli letti da Intelligenze Artificiali… per ora).
Per incentivare il mercato infine Google ha reso disponibili in forma gratuita sul suo store una serie di audiolibri di classici della letteratura, in modo che il pubblico familiarizzi con questa nuova tecnologia.
E il pubblico?
Anche se i puristi hanno storto il naso di fronte a dei testi letti da AI, il pubblico sembra apprezzare visti i risultati ottenuti dagli editori che in questi mesi hanno sperimentato questo nuovo mercato.
Va detto che il livello medio delle voci messe a disposizione da Google a Apple è altissimo. Un utente distratto (o non madre lingua) potrebbe anche non accorgersi che sta ascoltando un’intelligenza artificiale. Per gli editori ovviamente si tratta di abbassare notevolmente i costi di produzione, dato che il servizio è gratuito (per ora…).
Ecco allora che titoli marginali, o vecchi classici molto lunghi, possono tornare disponibili anche in un nuovo formato, solo per fare qualche esempio concreto.
Non è tutto oro quello che luccica…
Il problema di questa situazione è che, come sempre, Google e Apple hanno già cannibalizzato un settore in cui si stavano muovendo diverse startup. Gli editori, infatti, utilizzando i servizi gratuiti dei due big player per eccellenza del mondo del web dovrebbero rendersi conto che stanno vendendo l’anima al diavolo.
Certo, Google lascia gli editori liberi di vendere gli audiolibri prodotti con l’AI in tutti gli store, ma nel frattempo accumula una quantità di dati inaudita sulle scelte degli editori e del pubblico. Oltre al fatto che taglia le gambe a tutte le società che in questi anni hanno lavorato allo sviluppo del settore (che comunque può trovare enormi applicazioni anche in campo non editoriale).
Audible, gli audiolibri “fatti come una volta” e il problema di Alexa
In tutto ciò sono molto curioso di vedere quali saranno le scelte di Audible: poche settimane fa, infatti, il colosso dell’audiolibro di proprietà di Amazon ha espressamente vietato ai suoi partner l’utilizzo di audiolibri realizzati con AI. Sembrerebbe dunque che Audible si sia schierata a fianco degli speaker e degli “audiolibri fatti come una volta”.
Va detto peraltro che, oggi come oggi, gli audiolibri letti da speaker e da attori professionisti sono nettamente superiori da un punto di vista qualitativo a quelli letti delle varie AI.
Ma si sa che in questo campo la tecnologia evolve a ritmi esponenziali, quindi nessuno può essere in grado di predire quanto tempo ci vorrà prima che una AI riesca a sostituire del tutto uno speaker. E, attenzione, io sono convinto che il punto del discorso non sia il “se”, ma il “quando”.
Come ho ricordato Audible è di proprietà di Amazon, azienda che proprio grazie al lavoro fatto su Alexa è sempre stata all’avanguardia sul fronte dell’Intelligenza Artificiale legata alla voce. Sarà dunque interessante capire quali saranno le scelte di Amazon in un settore che, vista la crescita esponenziale degli ultimi anni, è sempre più strategico per tutto il comparto editoriale.