Qual è stato il primo audiolibro?

Yashvi Peeti su BookRiot.com ha provato a fare una Storia dell’Audiolibro. Ma qual è stato il primo audiolibro italiano?

Yashvi Peeti, giornalista indiana che collabora con BookRiot.com, ha provato a rispondere a una domanda niente affatto scontata: qual è stato il primo audiolibro a essere pubblicato?

Ne è nata così un’interessante ricerca sulle origini di un comparto editoriale che, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo, è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni. Se però in Paesi come gli USA o la Germania il mercato è fiorente da un bel pezzo, nella maggior parte del mondo si è invece strutturato soltanto recentemente.

Si può dire che per anni l’audiolibro sia vissuto in una condizione di anarchia editoriale, anarchia che in parte dura tutt’oggi per diversi aspetti.

I primi audiolibri

I primi audiolibri vengono prodotti nel 1932 negli Stati Uniti. Inizialmente l’audiolibro è pensato come supporto per i non vedenti, e infatti a pubblicare i primi titoli è la American Foundation for the Blind. Si tratta di registrazioni su dischi in vinile in tutto e per tutto simili agli album musicali che iniziavano a diffondersi in quegli anni (i primi LP sono della seconda metà degli anni ’20).

Questi prototipi degli audiolibri moderni vennero chiamati “Libri Parlanti” con una evidente citazione per la Macchina Parlante di Frank L. Dyer. C’era però un problema, dato che all’epoca i dischi in vinile consentivano soltanto di incidere 15 minuti di audio per ogni lato. Questa prima generazione di audiolibri includeva opere di William Shakespeare, la Costituzione degli Stati Uniti e il romanzo Come gira la Terra (titolo originale: As the Earth Turns) di Gladys Hasty Carroll.

Nel secondo dopo guerra la richiesta di audiolibri aumenta a causa dell’alto numero di reduci con ferite agli occhi, così anche il Royal National Institute of Blind People inglese inizia a pubblicare audiolibri. Tra l’altro sia la AFB che la RNIBP continuano a registrare e a pubblicare audiolibri anche ai giorni nostri.

Dal Libro Parlato all’Audiolibro

I “Libri Parlanti” però non possono essere ancora considerati un segmento del mercato editoriale dato che non venivano e non vengono venduti al pubblico: per evitare problemi di copyright possono essere ascoltati e utilizzati soltanto da persone con problemi visivi.

Un po’ come succede in Italia con il Centro del Libro Parlato, anche se nella maggior parte dei casi il problema del copyright resta e si viene a creare una zona grigia che già in passato ha causato non poche tensioni. Tensioni a mio avviso destinate a crescere nei prossimi anni mano a mano che il mercato dell’audiolibro diventerà sempre più importante dal punto di vista del fatturato.

Per semplificare possiamo dire che quello che venne chiamato inizialmente “Libro Parlante” negli USA da noi diventa il “Libro Parlato”. Si differenzia dall’Audiolibro perché il primo non è inserito all’interno di una filiera editoriale ma all’interno di un progetto benefico rivolto principalmente a persone affette da disabilità visiva.

Il walkman cambia tutto

L’arrivo delle musicassette negli anni ’70 e poi dei walkman negli anni ’80 rivoluziona il mercato dell’audiolibro. A cambiare tutto è la possibilità di ascoltare contenuti audio in movimento, soprattutto all’interno delle automobili.

E così nel 1975 Duval Hecht lancia il progetto Books On Tape Inc. che si rivolge principalmente a viaggiatori e pendolari. È in questi anni che nascono le aziende che creano il moderno mercato dell’audiolibro, come la Books in Motion, la Recorded Books e la già citata Books On Tape Inc.

Negli anni ’90 è il turno del Compact Disc che diventa il supporto di riferimento per le produzioni audio, anche se gli audiolibri continuano a essere distribuiti in formato audiocassetta. Fino ai primi anni 2000 si continuerà a viaggiare su più formati: audiocassette, compact disc e digitale, fino alla completa digitalizzazione che ormai è lo standard del mercato.

Arriva il digitale

La digitalizzazione del formato audiolibro inizia sul finire degli anni ’90. Nel 1997 Audible introduce il primo lettore digitale portatile (ricordiamo che l’iPod verrà lanciato soltantoil 23 ottobre 2001).

Vale la pena soffermarsi sul The Audible Player perché si trattò di un’innovazione enorme per l’epoca: costava 99 dollari per chi spendeva almeno 120 dollari in un anno e permetteva di scaricare fino a un massimo di 2 ore contenuti audio. Naturalmente i contenuti potevano essere aggiornati collegando il dispositivo al computer, proprio come avrebbe fatto Apple con l’iPod qualche anno dopo.

La digitalizzazione dei supporti e la possibilità di ascoltare ovunque i propri audiolibri grazie agli smartphone ha dato poi un impulso pazzesco a tutto il comparto, che sta oggi letteralmente viaggiando sulla scia della banda larga e delle connessioni sempre più veloci.

Rivoluzione Audible

Audible è sicuramente l’azienda che più di ogni altro ha cambiato le regole del gioco nel mondo dell’audiolibro. Fondata nel 1995 in Germania, nel 1999 si quota in borsa al NASDAQ e nel 2000 lancia il primo servizio in abbonamento. Nel 2008 viene acquisita da Amazon per poco più 300 milioni di dollari e da allora ha continuato a crescere senza mai fermarsi.

Oggi lo scenario è molto variegato, a mio avviso non ha più molto senso parlare di audiolibro ma di contenuto audio, con gli editori che hanno iniziato a capire che si tratta di un settore redditizio, anche se a dominare il mercato oggi non sono gli editori, ma i grandi player come Audible, Storytel, Scribd, Overdrive, Google, ecc…

E in Italia?

Che io sappia manca uno studio approfondito sulla storia dell’audiolibro in Italia, cosa che peraltro potrebbe diventare un ottimo spunto per una tesi laurea in comunicazione (sempre che non sia già stata fatta una cosa del genere).

Molto probabilmente Le Fiabe Sonore dei Fratelli Fabbri, pubblicate nel 1966 sono state il primo caso di audiolibro pubblicato in Italia. Negli anni ’80 e ’90 poi qualche editore ha provato a fare una serie di esperimenti con i vinili e con le musicassette, tutti però fallimentari.

La RAI ha prodotto moltissimi radiodrammi e anche veri e propri audiolibri, però si trattava di esperimenti scollegati dalla filiera editoriale classica e che spesso violavano sistematicament la legislazione sul copyright, cosa che peraltro succede anche oggi in molte produzioni RAI, sopratutto di RAI Radio 3.

Nel corso degli anni ’80 il filone delle fiabe per bambini ha continuato a vedere molte produzioni, per lo più con prodotti da edicola, ma sempre confinati ai margini della filiera editoriale.

Negli anni ’90 nascono le prime case editrici specializzate in audiolibri anche in Italia: la prima in assoluto è IlNarratore, seguita poi da GOODmood Audiolibri che porta nel settore una lunga esperienza maturata nel mondo delle radioproduzioni.

Dai primi anni 2000 ai giorni nostri

Per tutti i primi anni 2000 il settore vede una serie di esperimenti saltuari, con microeditori che provano a produrre qualche titolo ma nessuno ha la potenza economica per fare investimenti importanti.

Il primo salto avviene tra i 2007 e il 2008 con iTunes Store che apre al mondo dell’audiolibro. Forte della distribuzione su Apple e delle potenzialità dei nuovi iPhone il mercato inizia a muoversi. Numeri ancora piccoli ma per lo meno si assiste a una certa vitalità. Noi di LA CASE Books pubblichiamo i primi audiolibri in italiano e in inglese nel 2010, ad esempio.

A fare la differenza nel mercato italiano è stato poi l’arrivo di Audible nel 2016: la società di Amazon parte con un piano di investimenti pesante (numeri impensabili per qualsiasi altra azienda italiana) e, dopo un paio d’anni un po’ sotto le aspettative, trascina il mercato.

Oggi finalmente il mercato dell’audiolibro e dei contenuti audio esiste anche in Italia, con un catalogo sempre più ampio che permette agli ascoltatori una vasta scelta.

Resta senza risposta la domanda che dà il titolo a questo post: qual è stato il primo audiolibro pubblicato in Italia?

4 commenti

  1. Carrellata interessante, grazie.
    Uno studio sul libro sonoro in Italia c’è, è un saggio di Irene Piazzoni e qui ci sono i riferimenti: https://air.unimi.it/handle/2434/55942?mode=full.8
    Concordo che sia un bell’argomento per una tesi, una studentessa che ho seguito poi per la tesi magistrale, per la triennale si era occupata proprio di audiolibri, ma non ho avuto modo di leggere il suo lavoro.

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