Kindle, Amazon e l’ottusa censura degli algoritmi

Kindle, Amazon e l’ottusa censura degli algoritmi: Amazon non permettere di promuovere una biografia che condanna i crimini di Mengele perché il libro “incita all’odio”.

Breve esperienza di come funziona la censura nell’epoca dell’algoritmo e del politicamente corretto. Da qualche anno abbiamo in catalogo una biografia di Josef Mengele, il medico nazista che ad Auschwitz fu protagonista di una serie pressoché infinita di crimini contro l’umanità.

L’ebook è sempre andato molto bene, è uno dei più venduti del nostro catalogo, anche perché è stato una delle primissime biografie di Mengele disponibili in italiano (qualche anno dopo abbiamo realizzato anche l’audiolibro).

Viste le polemiche di questi giorni, nate dopo che un articolo de Il Foglio aveva un titolo che definiva Mengele “non solo un assassino” (titolo che peraltro è stato modificato nella versione online dell’articolo, segno che probabilmente anche in redazione si sono resi conto di non aver scritto proprio una genialata…), decidiamo di promuovere attivamente il nostro ebook su Amazon.

La formula è molto semplice: si acquistano spazi pubblicitari all’interno di Kindle Store per mettere in evidenza il proprio ebook. È una pratica molto comune tanto che Amazon oggi è la quarta piattaforma al mondo per investimenti pubblicitari (fonte: Engage.it).

Il nostro annuncio pubblicitario però viene bloccato perché non ritenuto adatto. E, attenzione, anche se si tratta di una annuncio apologetico perché ci limitiamo a promuovere copertina, titolo e scheda dell’ebook.

Secondo Amazon però il nostro è un titolo che incita all’odio. Rispondiamo al ban spiegando che, al contrario, il nostro è un testo che vuole far conoscere i crimini di Mengele in maniera chiara proprio per combattere l’odio e la discriminazione.

Una tale Aishwarya K. risponde alla nostra mail così:

Noi naturalmente abbiamo ribattuto e andremo avanti cercando di spiegare le nostre ragioni. Il nostro ebook, così come il nostro audiolibro, non vogliono essere certo le biografie definitive su Mengele, sono brevi biografie che cercano di raccontare in maniera sintetica e rigorosa quello che è successo ad Auschwitz.

Ma riteniamo fortemente che siano uno strumento molto utile per provare a capire davvero l’orrore di Auschwitz e del nazismo.

Per l’algoritmo di Amazon e per la signora Aishwarya K. invece promuovono l’odio. Certo che se il futuro che ci aspetta è quello di un mondo governato da un algoritmo politicamente corretto ma analfabeta ci si prospetta un’era di oscurantismo culturale come non si è mai vista sulla terra.

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