L’editoria italiana sta bene: per la prima volta dal 2010 crescono fatturato (4,9%) e copie vendute (3,4%). Cresce anche il mercato dell’ebook che vale 71 milioni di euro.
Oggi a Venezia durante la giornata conclusiva del Seminario della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri verrà presentato il rapporto completo dell’AIE sul mercato del Libro nel 2019 elaborato in collaborazione con Nielsen.
I dati che sono stati anticipati parlano di un mercato editoriale che, nonostante le tante cassandre, non solo è vivo e vegeto, ma anzi è in crescita. Per la prima volta dal 2010 infatti non solo aumenta il fatturato (+4,9%), ma anche il numero di copie vendute (+3,4%) nei canali trade (librerie, GDO, ecommerce).
Un mercato da un miliardo e mezzo
Il giro d’affari complessivo del mercato editoriale italiano raggiunge quota 1.493 miliardi di euro, superando per la prima volta il picco del 2011. Secondo le stime AIE la pirateria incide per 247 milioni di euro (16,5%).
Ad andare bene è soprattutto la narrativa italiana (+7,3% crescita a valore, +6,2% crescita copie vendute) e la non fiction specialistica (+9% crescita a valore, +5,1% crescita copie vendute). In lieve calo la narrativa straniera (-1% crescita a valore, -2,8% crescita copie vendute).
L’editoria per bambini e ragazzi invece rallenta dopo le ottime performance fatte registrare negli anni passati, mantenendo comunque un saldo più che positivo (+3,4% crescita a valore, +2,9% crescita copie vendute).
+6% per gli ebook
Il mercato degli ebook vale 71 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto l’anno precedente. Dato molto positivo dopo il calo dello 0,4 fatto registrare nel 2018.
In generale i dati del mercato italiano sono migliori di quelli degli altri paesi europei: nel 2019 il mercato francese è cresciuto del 2% e quello tedesco dell’1,4%, mentre gli Stati Uniti hanno registrato un calo dell’1,3% per quanto riguarda le copie vendute.
La libreria è un format sempre meno sostenibile
Il 26,7% degli italiani compra libri online (nel 2018 erano il 24%), con le librerie che continuano a soffrire sempre di più a causa di un modello di business ormai insostenibile (quota di mercato: 66,2%). La GDO mantiene sostanzialmente la sua quota, passando dal 7% al 7,1%.
Negli ultimi 10 anni la quota di mercato degli store online è passata dal 3,8% al 26,7%, erodendo margini più o meno uguali alla GDO (dal 18% al 7,1%) e alle librerie (dal 78,2% al 66,2%).
In Italia il modello delle librerie indipendenti sembra essere diventato sempre più insostenibile dal punto di visto economico: dal 2012 ad oggi il saldo tra chiusure e aperture ci parla di un paese in cui ci sono 245 librerie in meno (-6,9%). Il dato peraltro è in linea con quello degli altri paesi europei, con Francia e Germania in grande sofferenza da questo punto di vista.
Nonostante i numeri si invoca l’assistenza di stato…
Si resta un po’ basiti quando, a fronte di questi numeri, si leggono le parole del presidente dell’AIE Riccardo Franco Levi che invoca l’ennesimo intervento pubblico:
I buoni numeri del 2019 testimoniano il lavoro fatto dagli editori in questi anni per recuperare il terreno perduto durante la crisi. Allo stesso tempo i dati sulla lettura, la perdurante fragilità delle librerie e della grande distribuzione e la piaga della pirateria richiedono un intervento pubblico importante a sostegno del mondo del libro. 18App riportata alla sua dotazione originaria e sgravi fiscali per gli acquisti di libri: questo è ciò che chiediamo al governo e al Parlamento per consolidare la crescita di un settore vitale per lo sviluppo economico e democratico del nostro Paese.
Purtroppo si continua a insistere su questa mentalità para-statale dell’assistenzialismo di stato, quando i settori che funzionano alla grande in Italia e all’estero sono proprio quelli in cui lo Stato è pressoché assente (penso alla Moda, al mondo del Food e dell’alta ristorazione, ad esempio…).