Un studio di Dosdoce rivela come gli editori statunitensi stiano investendo molto sulla produzione di audiolibri in lingua spagnola.

Cresce la produzione di audiolibri in lingua spagnola: nel 2018 sono stati appena 150 i titoli in spagnolo prodotti dagli editori statunitensi, ma quest’anno i nuovi titoli raggiungeranno quota 250.
A questo si deve aggiungere il grosso investimento sulla lingua spagnola fatto da Audible con il lancio di Audible Latino e la relativa pubblicazione di circa 50 titoli nuovi al mese in spagnolo.
Dosdoce ha effettuato una ricerca approfondita sul tema e ha previsto che entro la fine dell’anno gli audiolibri in lingua spagnola disponibili sul mercato potrebbero essere più 7.000, con un enorme aumento rispetto agli appena 6.200 titoli presenti a fine 2017.
La ricerca di Dosdoce

L’esplosione degli audiolibri nel mercato statunitense (da 7 anni il settore continua a registrare tassi di crescita a doppia cifra) ha fatto sì che anche gli editori USA abbiano deciso di investire nella produzione di nuovi titoli in lingua spagnola.
Contrariamente a quanto si crede l’obiettivo non è soltanto il mercato interno (che per ora resta comunque il più redditizio), ma anche quell’enorme fetta del mercato mondiale che parla in spagnolo, dal Messico al Cile.
Produrre autonomamente o vendere i diritti di traduzione?

Di fronte ad un mercato sempre più globale emerge una questione centrale: agli editori conviene ancora vendere i diritti di traduzione dei loro titoli oppure sarebbe più redditizio investire nella traduzione e nella produzione di audiolibri in spagnolo?
Nel secondo caso infatti si perde una percentuale di fatturato nel breve e medio periodo, ma si potrebbe guadagnare molto di più sul lungo periodo.
Un paragone con il mercato italiano
Se guardiamo al mercato italiano, ad esempio, la maggior parte degli editori ha scelto di massimizzare il fatturato cedendo in blocco grandi parti del catalogo a Audible e Storytel, ma c’è stato anche chi ha guardato lontano e ha preferito investire sulla creazione di un proprio catalogo.
Sia chiaro, quella di incassare subito è una scelta comprensibile, perché in questo modo si è riusciti a capitalizzare diritti che fino a poco tempo fa erano considerati secondari, ma miope nel medio-lungo periodo perché si rinuncia a quella che potrebbe diventare un’importante fetta di business.
C’è anche chi ha lavorato su più piani, cedendo una parte di catalogo ai produttori audio e, contemporaneamente, creandosi un catalogo di audiolibri con titoli sui cui probabilmente ha una titolarità di diritti più lunga (la scelta migliore a mio avviso).
Per gli editori USA il discorso è più o meno lo stesso, ma in questo caso è legato alle traduzioni, settore da sempre molto redditizio per gli editori americani.
Va detto che, ad esempio, per quanto riguarda gli ebook questo discorso ancora non si pone dato che il mercato fisico ha ancora una grossa importanza nel mondo del libro.
Ma per gli audiolibri il problema non esiste dato che il mercato è ormai soltanto digitale e, di conseguenza, gli investimenti da affrontare per entrare nei mercati stranieri sono più bassi.
I numeri del mercato
Stando alla ricerca di Dosdoce ci sono tutte le premesse perché il mercato dell’audiolibro in spagnolo diventi davvero interessante: nel 2019 le vendite in tutto di audiolibri in lingua spagnola in tutto il mondo dovrebbero superare gli 8 milioni di euro, con un enorme balzo in avanti rispetto ai 5 milioni di euro fatturati nel 2018.
Secondo lo staff di Dosdoce gli editori americani dovrebbero investire sulla traduzione e la produzione di audiolibri: il mercato interno dei residenti negli USA infatti permetterebbe di ammortizzare gli investimenti e i mercati internazionali diventerebbero così un’importante fonte di business, anche perché si tratta di mercati con enormi margini di crescita.
Anzi, è molto probabile che nei prossimi anni l’audience internazionale sarà molto più pesante in termini di fatturato rispetto agli ispanici residenti negli USA
Spagnolo o dialetti?
L’80% degli audiolibri prodotti nel 2018 però non è in classico castigliano, ma in quelli che potremmo definire “dialetti sudamericani”, parlate che differiscono dal castigliano classico per l’utilizzo di certi termini e per la pronuncia.
Non si tratta di un problema di poco conto, come peraltro era emerso già nel mondo del cinema l’anno scorso in occasione di alcune scelte fatte da Netflix per la traduzione e i sottotitoli di Roma, il pluripremiato film di Alfonso Cuaròn.
La quota di titoli prodotti in castigliano quest’anno dovrebbe crescere di un 5% rispetto all’anno scorso, ma al contrario in Sudamerica aumenteranno le produzioni in dialetti diversi dal castigliano (la percentuale passa dal 50% al 60%).
I canali di vendita

Per quanto riguarda il mercato di lingua spagnola i servizi in abbonamento sono quelli che rappresentano la prima fonte di fatturato. Due terzi degli editori intervistati nella ricerca hanno affermato infatti che il loro business passa sempre di più da portali come Audible, Kobo, Storytel o Scribd.
Il restante terzo invece ha sottolineato l’importanza di piattaforme in digital download come Google Play, iTunes e Libro.fm.
Su un punto invece sono tutti d’accordo: piattaforme di streaming musicale come Apple Music e Spotify sono ancora molto immature per il mercato dell’audiolibro, anche se non è detto che questa situazione possa evolversi molto rapidamente.
Un dato deve far riflettere: per l’83% degli editori intervistati le biblioteche sono un importante canale di fatturato.