Pubblicato il Digital News Report 2017 realizzato da Reuters. Tutti i numeri del “consumo” di notizie, digitali e non, nel mondo.
È stato pubblicato il Digital News Report 2017 realizzato da Reuters, in collaborazione la Google Digital News Initiative.
Il report, che h analizza 36 mercati in 5 continenti diversi attraverso un sondaggio effettuato su 70mila utenti, mostra una fotografia molto interessante dello stato di salute attuale dell’editoria digitale.
Al centro dell’indagine le fake news, fenomeno vecchio come il mondo (ricordate l’incendio di Roma di Nerone? O la donazione di Costantino?) ma che, grazie alle dinamiche del web e all’utilizzo sistematico di questo strumento da parte della politica oggi sta assumendo dimensioni nuove.
Digital News Report 2017, il video
Editoria digitale e fake news
Come abbiamo detto l’analisi parte dalle fake news, uno degli elementi fondamentali dell’ultima campagna presidenziale al vetriolo tra Trump e Clinton.
Negli USA soltanto il 38% degli utenti crede nei new media contro un 53% di utenti che però si dice sicuro delle fonti che utilizza per informarsi. Per quanto riguarda il resto del mondo la Finlandia raggiunge il top della fiducia nei new media (62%), la Corea invece è il Paese con meno fiducia nell’informazione (23%).
Per quanto riguarda i social media invece scende ulteriormente il livello di fiducia che si assesta al 24%, con un 29% di utenti che dice di evitare espressamente le news sui social media. La metà di questi ultimi utenti inoltre sottolinea come le cosiddette hate news abbiano su di loro un forte impatto negativo.
I social network hanno comunque rivoluzionato il mondo dell’informazione e oggi il 51% degli utenti USA utilizza i social network per informarsi (il 41% in Gran Bretagna). Importante sottolineare però che in molti altri paesi, soprattutto europei, questa tendenza si sta lentamente invertendo.
Crescono sempre di più invece le app di messaggistica per smartphone. Il mobile è diventato ormai un punto di riferimento per l’accesso alle news: il 46% degli utenti lo consulta per informarsi quando è a letto, il 32% degli utenti mentre è al bagno e il 42% durante i viaggi nei mezzi pubblici.
Il 4% degli utenti utilizza i nuovi dispositivi vocali come Amazon Echo che, molto probabilmente, giocheranno un ruolo sempre più importante negli scenari futuri.
La buona notizia per gli editori è che è aumentato il numero di utenti che sceglie di pagare per avere informazione di qualità (16%), anche se nel resto del mondo la crescita è ancora molto lenta (la Norvegia con il 26% fa registrare il tasso più alto di utenti che pagano per le news, l’Italia si ferma al 12% e all’ultimo posto la Gran Bretagna con il 6%).
La brutta notizia per gli editori è invece che il 24% degli utenti utilizza sistemi di ad-block per evitare la pubblicità.
In Italia vince ancora la televisione
Il mondo multimediale italiano è ancora caratterizzato da una forte leadership del mondo televisivo, da una stampa tradizionale in forte declino e dai i new media che spingono, compresi i social network che hanno superato anche i quotidiani e la stampa cartacea.
Se si parla di “fiducia” l‘Ansa è il brand di cui gli italiani si fidano di più: il 46% degli utenti infatti lo ritiene un sito affidabile (Il Fatto Quotidiano si ferma al 33%, Fanpage.it invece al 9%).
Repubblica.it e TgCom 24 online sono i due brand più definiti per quanto riguarda il mercato delle news online: entrambi hanno un pubblico molto verticale, fattore che permette loro di crescere sviluppando un ambiente multimediale molto caratterizzato (al terzo posto il sito di SkyTg24).
Rispetto agli altri player Repubblica e TgCom24 si sono creati un loro pubblico al quale possono parlare in maniera diretta, un punto di forza fondamentale nel nuovo mercato delle news digitali.
Se guardiamo al mercato tradizionale i top player restano Rai, Mediaset e RaiNews. In Italia la Tv resta il punto di riferimento per l’informazione anche per la penetrazione di internet è ancora relativamente bassa rispetto agli altri stati Europei (in Italia ci fermiamo al 63%, il Regno Unito arriva al 92%, la Germania all’89%, la Francia all’84%…).
Vanno considerati anche gli aspetti demografici: gli anziani preferiscono i media tradizionali, mentre i giovani utilizzano di più il web e i social network. Ma, si sa, l’Italia è uno dei paesi con l’età media più alta del mondo…