5 motivi per cui gli editori devono investire nei metadata se vogliono sopravvivere alla digital transformation.
I metadata sono la priorità per gli editori quando si parla di digital tranformation, dato che emerge in maniera evidente dal White paper della della Buchmesse di Francoforte dedicato a questo tema.
Proviamo ora a rispondere ad una domanda fondamentale: perché per gli editori i medatata sono fondamentali? Ecco quindi 5 motivi per cui gli editori, se vogliono sopravvivere alla digital transformation, devono investire nei metadata.
1. Metadata migliori, vendite migliori
Nielsen l’anno scorso ha realizzato un update del white paper pubblicato per la prima volta nel 2012, The Link Between Metadata and Sales (lo trovate qui). L’analisi si concentra sul mercato statunitense e su quello inglese, ma in entrambi i casi i dati evidenziano come ci sia una stretta correlazione tra metadata e vendite.
In un mondo sempre più digitale e legato agli algoritmi dobbiamo pensare anche alle macchine e, quindi, scrivere dei contenuti che siano intellegibili per i software di ricerca: gli uomini accedono ai contenuti grazie alle macchine, se i software non riescono a capire quei contenuti ci saranno minori probabilità per le persone di trovarli.
I metadata sono una parte importante della lingua parlata dai software, ecco perché migliori metadata significa prodotti più semplici da trovare per le persone e di conseguenza migliori vendite.
2. I metadata rendono i tuoi contenuti più agili
Se metadata sono corretti e precisi ogni contenuto sarà consultabile più velocemente da più soggetti e per esigenze diverse. Aver contenuti agili e accessibili è un asset importante per gli editori perché, in questo modo, possono accedere alle varie voci del catalogo rapidamente differenziando i loro contenuti.
In questo modo lo stesso contenuto potrebbe essere utilizzato in operazioni editoriali diverse e offrirà nuovi spunti ad un editore per sfruttare al meglio il catalogo.
3. Tutti i big player stanno investendo in metadata
Tutti i più importanti player editoriali hanno investito e stanno investendo moltissimo sui metadata. Chi non investe ora in questo risorse si troverà costretto a guardare un film già visto in tanti altri settori: quando capisci che avresti dovuto investire ormai è troppo tardi e non riuscirai mai a recuperare il gap accumulato negli anni.
Forse è il caso di iniziare da subito, non credi?
4. Il valore dei dati sarà sempre più importante
L’editoria è sempre più legata ai dati, che siano big data, smart data o metadata. Aziende come Netflix o Amazon lo dimostrano.
I metadata infatti nono sono fondamentali soltanto per il mercato degli ebook, ma per il mercato e basta dato che informazioni e contenuti oggi viaggiano nei display degli smartphone degli utenti. Come abbiamo sottolineato al punto 1 i metadata sono una componente fondamentale della grammatica digitale.
Per capire quanto crescerà la loro importanza nei prossimi anni basta rispondere a una sola domanda: secondo te nei prossimi anni l’importanza del digitale e degli smartphone crescerà o è destinata a diminuire?
5. Migliori metadata significa lettori più contenti
Se i metadata sono corretti i lettori troveranno più facilmente quello che stanno cercando. Può sembrare un’ovvietà ma negli anni ho imparato che spesso gli editori considerano gli utenti (che siano lettori, spettatori o comunque fruitori dei contenuti) come un semplice dettaglio, quasi fossero ospiti non graditi ad una cena tra amici.
Aziende come Amazon che invece hanno messo al centro delle loro strategie gli utenti hanno dimostrato che questa scelta è vincente. Avere buoni metadata significa avere utenti che accedono in maniera semplice ai contenuti migliori per loro, ma significa anche poter analizzare il proprio catalogo per capire quali strategie editoriali adottare per i titoli a cui si sta lavorando.