A marzo 2014 Mondadori acquisisce aNobii. Da allora calma piatta sul fronte del social network più amato dagli italiani che stanno emigrando sempre più verso GoodReads.
A marzo 2014 Mondadori ha annunciato l’acquisizione di aNobii, social network dedicato al mondo dei lettori amatissimo dagli italiani che rappresentavano circa il 30% degli utenti attivi del sito (gli ultimi dati parlavano di circa 1 milione di utenti per la piattaforma).
All’epoca ho esultato per la notizia, dato che di questi tempi un’acquisizione internazionale da parte di un’azienda italiana è cosa molto rara, soprattutto nell’asfittico mondo editoriale.
aNobii versava da tempo in stato di totale abbandono: la piattaforma era praticamente inutilizzabile, strapiena di bug, gli inserimenti erano lentissimi e in generale si era nella mani dei volenterosi librarians che facevano quello che potevano.
Poi arriva Mondadori, stupisce tutti e promette grandi cose. Ad oggi, dopo circa 18 mesi, abbiamo una piattaforma che in effetti qualche miglioramento l’ha avuto: il find finalmente funziona, il caricamento dei nuovi titoli procede, è stato aperto un blog che viene aggiornato un paio di volte al mese dallo staff (blog in cui non si fa nessuna menzione del Salone del Libro di Torino, giusto perché si dovrebbe parlare di libri…).
E il resto? Per il resto calma piatta, a parte un annuncio a febbraio 2015 di grandi novità per il futuro, con tanto di anteprima di quello che dovrebbe essere il nuovo restyling grafico di aNobii.
Nel frattempo qualche minima modifica all’interfaccia di gestione dei singoli titoli, che resta comunque a dir poco lacunosa, mentre l‘app di aNobii è inutilizzabile e manca una versione mobile.
E così gli utenti italiani scappano sempre di più verso GoodReads, piattaforma acquisita da Amazon nell’aprile del 2013 che da sempre si caratterizza per una grafica molto spartana, da una community fortissima e da un’interfaccia utente perfettamente funzionale.
Cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro? Personalmente spero che Mondadori riesca a rilanciare alla grande aNobii, sarebbe un segnale importante per tutto il mondo editoriale italiano.
Aspettiamo fiduciosi, anche se i macroscopici disastri fatti dai grandi gruppi editoriali italiani nel mondo digitale in questi ultimi anni non lasciano ben sperare, basti pensare ai casi di Clarence e Splinder… due disastri che ancora oggi gridano vendetta (ma qualche manager ha mai pagato per disastri del genere?).
Sono passato a Goodreads tre anni fa cancellandomi da anobii e devo dire che mi trovo molto bene. Anobii è abbandonato da molto tempo… Troppo.
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