Crescita a due cifre per il mercato del libro italiano nel 2021

Nei primi nove mesi del 2021 le vendite nel settore della varia hanno realizzato 1.037 milioni di euro di fatturato (+29%) per 72 milioni di copie (+31%).

Continua la crescita del mercato librario italiano che chiuderà il 2021 con un aumento di fatturato compreso tra l’11 e il 16% per quanto riguarda la cosiddetta “varia”, ovvero i libri a stampa di narrativa e saggistica venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione.

I numeri sono quelli dell’analisi periodica dell’AIE (Associazione Italiana Editori) realizzata in collaborazione con NielsenIQ e che è stata presentata questa mattina al Salone Internazionale del Libro di Torino (la ricerca completa è disponibile sul sito dell’AIE).

Se, come abbiamo visto nell’articolo pubblicato ieri, in Italia aumenta il divario tra lettori e non lettori, almeno i numeri complessivi del mercato continuano a crescere. Il giro d’affari complessivo, infatti, si attesta tra gli 1.6 e gli 1.7 miliardi di euro (vendite a prezzo di copertina), cifra che segna un balzo in avanti rispetto a 1.487 milioni del 2019 e i 1.470 milioni del 2020.

L’editoria italiana attraversa dunque una fase di crescita strutturale. Riccardo Franco Levi, presidente AIE, ha sottolineato due punti in particolare:

  • le librerie fisiche sono tornate a vendere più delle librerie online (449,9 milioni contro i 479 milioni delle librerie online), che comunque anche dopo le restrizioni legate alla pandemia continuano a registrare numeri molto elevati;
  • sembra finita l’epoca dei mega-bestseller che trainavano l’intero comparto editoriale con il catalogo che acquista sempre più importanza all’interno degli equilibri degli editori.

Cala il prezzo medio di copertina, crescono le vendite

Nei primi nove mesi dell’anno le vendite nel settore della varia sono state pari a 1.037 milioni di euro, segnando una crescita del 29% sul 2020 e del 16% sul 2019. Come numero di copie, i nove mesi si attestano a 72 milioni di copie, in crescita del 31% sul 2020 e del 18% sul 2019.

Il prezzo medio di copertina del venduto è infatti in calo e pari a 14,35 euro (-1,9% sul 2020 e -1,7% sul 2019).

Le librerie fisiche tornano primo canale di vendita: sono a quota 499,9 milioni (362,5 milioni nel 2020), contro i 479,1 milioni delle librerie online (383,4 milioni nel 2020), e i 58,1 milioni della grande distribuzione (57,9 milioni nel 2020).

A livello di quote di mercato le librerie hanno il 48,2%, tre punti percentuali in più rispetto al 2020 ma oltre dieci in meno rispetto al 2019. L’online pesa per il 46,2%, la grande distribuzione per il 5,6%.

52.500 le novità arrivate in libreria nel 2021

Rispetto al 2020, anno in cui la pandemia aveva fatto segnare una notevole contrazione delle novità a stampa nel settore della varia, c’è stata una parziale ripresa. Sono 52.500 le novità a stampa pubblicate nei primi nove mesi, in crescita del 9,6% rispetto al 2020 ma in calo del 2,5% rispetto al 2019.

Sono in crescita uniforme tutti i generi, narrativa e saggistica, con picchi per i libri su giochi e tempo libero (+251%), fumetti (+202%) e attualità politica (+66%).

Rispetto al 2019, le vendite sul catalogo crescono di più di quelle riguardanti le novità: più 19% contro più 12%.

I 10 libri più venduti nel 2021

La classifica dei primi dieci libri più venduti contiene significativamente al suo interno titoli pubblicati nel 2019 e nel 2020, a sfatare il mito secondo cui un libro “resiste” sul mercato solo pochi mesi.

Un altro dato significativo che racconta di come l’editoria stia cambiando, anche a causa della diffusione delle librerie online dove sono facilmente reperibili un gran numero di titoli di catalogo e di differenti editori, è il peso relativamente contenuto dei best seller: i primi 50 libri più venduti pesano sul mercato solo il 6,2% a valore e il 5,5% a numero di copie.

Non subisce variazioni significative l’equilibrio tra i primi cinque gruppi editoriali e gli altri editori: i primi hanno il 45,2% del mercato della varia, i secondi il 54,8%, in crescita di meno di un punto percentuale rispetto all’anno precedente.

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