Informazione e media, l’alba di una nuova transizione digitale

Informazione e media, dal rapporto Censis 2021 emerge l’alba di una nuova transizione digitale

Continuiamo l’analisi del rapporto Censis 2021 sui consumi mediatici degli italiani durante la pandemia. Stiamo dunque parlando di un periodo anomale in cui mettersi in rete ha consentito di spezzare l’assedio durante il lockdown. La pandemia ha costituito uno straordinario, imprevisto, potentissimo fattore di accelerazione del paradigma biomediatico, prefigurando l’alba di una nuova transizione digitale, che adesso coinvolge anche coloro che finora ne erano rimasti ai margini.

Le attività quotidiane mediate dalla rete hanno registrato un aumento consistente. Le principali sono: trovare informazioni su aziende, prodotti, servizi (lo fa il 64,9% degli utenti di internet), trovare strade o località (54,3%), fare acquisti (51,6%), ascoltare musica (48,1%), svolgere operazioni bancarie (46,6%).

Nel confronto con la rilevazione precedente, gli ambiti in cui si segnala un rialzo di utenza più robusto sono tre: frequentare corsi scolastici, universitari o di formazione (+8,9% rispetto al 2019), prenotare visite mediche (+4,8%) e l’e-commerce (+3,5%). Comprensibilmente, a causa delle restrizioni alla mobilità, è diminuita la ricerca di strade e località tramite i dispositivi digitali (-15,2%) e la prenotazione di viaggi (-13,2%).

Cosa resterà dopo lo stato d’eccezione

Oltre all’informazione e all’intrattenimento, i dispositivi digitali hanno garantito la continuità di molte attività, pubbliche e private: dalle relazioni affettive e sociali al commercio elettronico, dallo smart working alla didattica a distanza. In questa drammatica circostanza si è rivelato il lato positivo della disintermediazione digitale.

Ma cosa resterà dopo lo stato d’eccezione? Quali tendenze si consolideranno in maniera strutturale e quali invece si riveleranno solo congiunturali?

Nel futuro, anche dopo la fine della pandemia, gli italiani non vorranno rinunciare a una serie di servizi legati all’innovazione digitale, oltre alle riscoperte serate trascorse in famiglia a guardare la tv (39,4%).

Innanzitutto, i rapporti con la pubblica amministrazione: basta file e richieste su carta stampata, gli italiani preferiscono servizi e app che permettano di ottenere certificati e documenti online (38,1%). In secondo luogo, in base ai loro desideri e aspettative, si potenzieranno: e-commerce (29,9%), home e mobile banking (24,3%) e consegne a domicilio (24,2%).

Ne sono più convinti i giovani, che nel 40,2% dei casi non rinuncerebbero agli acquisti online e nel 30,1% all’home delivery. Per il 20,2% degli italiani, infine, lo smart working è una realtà irrinunciabile: il dato sale al 28,6% nella fascia di popolazione di 30-44 anni di età.

Il bello e il brutto di internet

Il giudizio sui dispositivi digitali e la loro funzione di supporto durante i mesi della pandemia è generalmente positivo. Il bilancio dei cambiamenti prodotti negli ultimi 12 mesi dalle tecnologie digitali secondo l’opinione degli italiani (saldo tra miglioramenti e peggioramenti) premia diversi ambiti: gli acquisti, l’informazione, la gestione dei servizi. In altri, invece, il bilancio è in perdita: le relazioni sentimentali e la partecipazione dei cittadini alla vita civile.

Il 58,6% degli italiani dichiara che le tecnologie hanno permesso di provvedere alle proprie necessità, per il 55,3% hanno aiutato a mantenere le relazioni sociali, per il 55,2% grazie ad essi si è potuto continuare a lavorare o a studiare, mentre il 52,9% ammette anche che ha potuto scoprire cose nuove e inaspettate .

Più della metà degli italiani (52,8%), però, dichiara che si sente stanco di questo uso continuo dei dispositivi digitali e che vorrebbe “staccare la spina”. A una certa distanza emergono anche gli altri aspetti negativi. I dispositivi digitali “rubano” troppo tempo secondo il 32,2% degli italiani, che nel 31,5% dei casi avvertono il bisogno di connettersi continuamente. Per non parlare di quel 22,8% che dichiara di non riuscire proprio a disconnettersi mai.

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