Pubblicato il report annuale della Commissione Europea The Digital Economy and Society Index (DESI) 2020. Italia fanalino di cosa, è al 25esimo posto su 28 stati membri dell’UE.
La Commissione Europea ha pubblicato come ogni anno l’Indice di Digitalizzazione dell’economia e della società (DESI 2020). Purtroppo la situazione italiana è tragicomica, dato che nonostante le tante chiacchiere sul tema siamo al 25esimo posto tra i 28 stati membri dell’Unione Europea. Peggio di noi solo Romania, Grecia e Bulgaria.

9 punti sotto la media europea
Se andiamo a guardare il punteggio l’Italia ottiene 43.6 punti, ben 9 punti sotto alla media europea che è 52.6. Come sempre in questo tipo di classifiche ai primi posti si piazzano i Paese nordici (Finlandia, Svezia e Danimarca, tutte e tre intorno ai 70 punti).
Se però andiamo a guardare Paesi più simili all’Italia, come Francia, Spagna e Germania, vediamo che i punteggi sono comunque superiori rispetto a quello italiano: Spagna 57.5, Germania 56.1 e Francia 52.2.
Competenze digitali, siamo i peggiori d’Europa
Per quanto riguarda l’aspetto “Capitale umano”, ovvero quello che riguarda le competenze digitali, l’Italia può vantare un triste record: siamo il peggior Paese dell’Unione Europea.
Dai dati 2019 emerge che soltanto il 42% delle persone (tra i 16 e i 74 anni) possiede almeno competenze digitali di base (58% in Ue, 70% Germania); la percentuale di specialisti ICT occupati è solo del 2,8% (3,9% in Ue e in Germania); solo l’1% dei laureati italiani è in possesso di una laurea in discipline ICT, il dato più basso nell’UE (3,6% in Ue, 4,7% in Germania).
A tutto questo va aggiunto un altrettanto basso “Uso dei servizi Internet”. Per questa dimensione infatti siamo 26esimi in classifica, ma quello che salta agli occhi è il forte gap con il resto dell’UE.
Il 17% degli italiani non ha mai utilizzato Internet (9% in Ue, 5% in Germania) e solo il 48% utilizza servizi bancari online (66% in Ue e in Germania). Se poi andiamo a vedere attività come lettura di notizie online, shopping online e vendita online notiamo che sono tutte attività poco diffuse.

Male anche le imprese
Dati molto negativi anche per quanto riguarda l’ “Integrazione delle tecnologie digitali”, ovvero la digitalizzazione nelle imprese.
Il nostro Paese infatti è molto di sotto la media UE e si ferma al 22° posto su 28 paesi. Le imprese italiane presentano ritardi soprattutto nell’eCommerce: solo il 10% delle PMI italiane vende online (18% in Ue, 17% in Germania); il 6% effettua vendite transfrontaliere in altri paesi dell’UE (8% in Ue, 10% in Germania); sul totale del fatturato delle PMI, solo l’8% è realizzato online (11% nell’UE, 10% in Germania).
Contrariamente a quanto si potrebbe credere infine l’Italia va un po’ meglio per quanto riguarda i “Servizi pubblici digitali”, sezione in cui ci collochiamo al 19° posto (comunque sempre al di sotto della media Ue).
Il motivo del ritardo è lo scarso livello di interazione online tra le autorità pubbliche e il pubblico in generale: solo il 32% degli utenti italiani online usufruisce attivamente dei servizi di e-government (67% in Ue, 49% in Germania).
Fatti, non pugnette
L’unica nota positiva è che questi dati si riferiscono al 2019, e quindi sono pre-Covid. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo dovrebbe aver dato una forte accelerata a tutto il comparto digitale, anche se sarà difficile colmare questo gap con il resto d’Europa in tempi brevi dato che questo discorso vale per tutta Europa.
Va fatta però una forte riflessione su questo ritardo e, soprattutto, bisogna iniziare a mettere in atto azioni concrete per risolvere la situazione. Meno tavole rotonde e conferenze autoreferenziali in cui si chiacchiera di digitale e più interventi concreti di alfabetizzazione digitale.
È possibile consultare il report completo con tutti i dati relativi all’Italia sul sito della Commissione Europa.