In rete in questi giorni si sprecano gli articoli sull’assurdo balzello dell’equo compenso per copia privata. Ecco una rassegna stampa degli articoli più interessanti.
Cos’è l’equo compenso, una tassa senza senso, di Martina Pennisi.
[…] Qui casca, non ce ne vogliano i volenterosi ministri, l’asino: gli utenti italiani, che della copia privata praticamente non si curano, sarebbero addirittura pronti a investire nell’abbonamento domestico o mobile alla banda larga per godere dei vari Spotify e Infinity e SkyOnline, le alternative nostrane a Netflix che, come Amazon Instant Video, è ancora scettico sullo sbarco nei nostri confini proprio per i problemi della Rete. E invece di guardare, insistere e investire andando incontro alla domanda e all’arrivo di un’ulteriore offerta, che andrebbe incontro prima di tutto ai detentori dei diritti, ci si incaponisce su un’abitudine anacronistica. […]
Equo compenso, ecco il documento che imbarazza SIAE, di Dario D’Elia
[…] “Il vero motivo di questi aumenti è che la SIAE ha bisogno di soldi per i suoi disastrati bilanci (il debito netto al 31 dicembre 2013 era di 686 milioni di euro), la copia privata non c’entra nulla”, ha commentato Fabio Fulvio, responsabile delle politiche per lo sviluppo di Confcommercio. “In un mondo in cui i prezzi dei dispositivi digitali scendono, le memorie si ampliano, aumentare di 3-4 euro il costo delle chiavette vuol dire incidere in modo significativo. Con il risultato che gli utenti più svegli se le compreranno in Belgio”. Confindustria digitale stima che il rincaro consentirà a SIAE di passare dagli attuali 63 milioni di euro ad oltre 150 milioni annui. […]
Copia Privata, l’Antitrust smentisce Ministro e Siae. Pagano i consumatori, di Guido Scorza
[…] le posizioni ufficiali del ministro Franceschini e della Siae sono state definitivamente smentite e sconfessate addirittura dall’Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato che […] ha avvertito l’esigenza di riservare un capitolo proprio alla questione della “copia privata”, raccomandando, di modificare, senza ritardo, la legge sul diritto d’autore, per prevedere espressamente che “l’ammontare dell’equo compenso sia specificato nel prezzo corrisposto dai consumatori per acquisti di apparecchi di registrazione e di supporti vergini”.
[…] A questo punto non resta che augurarsi che i distributori di tecnologia anticipino il Parlamento ed il governo ed inizino subito ad esporre, accanto a tutti i prezzi di dispositivi e supporti gravati da copia privata, indicazioni ben visibili che diano atto del fatto che quando compriamo uno smartphone o un tablet 4/5 euro in più – a seconda della capacità di memoria – sono dovuti a titolo di equo compenso secondo le nuove tariffe stabilite dal ministro Franceschini su proposta della Siae.
Copia Privata, tutte le tariffe del decreto Franceschini. Prelievo doppio, di Gianfranco Giardina
[…] Per chi non lo sapesse, la copia privata è il diritto che un consumatore ha di copiare un contenuto legittimamente acquistato (e quindi tassativamente non pirata) su altri dispositivi di sua proprietà. I contenuti copiati non possono essere ceduti a terzi a nessun titolo, anche non oneroso. Per poter avere questo diritto (che però è sempre più difficile esercitare perché può essere svolto solo nel rispetto delle misure di protezione anticopia) il consumatore è tenuto al pagamento di un compenso che grava su supporti e apparecchi. Per semplicità di gestione, il compenso è prelevato a monte e precisamente da chi importa o produce i prodotti assoggettati, che poi – nella stragrande maggioranza dei casi – carica quest’onere sulla filiera a valle (con incremento di IVA e margine del canale distributivo) fino ad arrivare a consumatore finale. […]
Copia privata, ecco le nuove “tasse” su pc e smartphone. Venti euro per un hard disk, di Guido Scorza
[…] 5,20 euro per un Pc – quali che ne siano le caratteristiche – e 5,20 per uno smartphone o un tablet se dotati di capacità di memoria superiore a 32 Giga [rispettivamente 3, 4 o 4,80 euro se la capacità è inferiore ovvero fino a 8 giga, da 8 a 16 giga o da 16 a 32 giga]. Quattro euro, invece, per televisori dotati di capacità di registrazione, cui, peraltro, dovranno aggiungersi quelli dovuti per il supporto di registrazione che si tratti di una pendrive Usb o di un hard disk. Fino a 20 euro per un hard disk e fino 9 per una pendrive Usb. Sono queste alcune delle nuove tariffe del cosiddetto equo compenso per copia privata, risultato degli aumenti disposti da Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle attività culturali con il Decreto firmato lo scorso 20 giugno ma, sin qui, curiosamente, non pubblicato né sulla Gazzetta Ufficiale né sul sito Istituzionale del Ministero […]
Copia privata, i sondaggi smentiscono SIAE, di Claudio Tamburrino
[…] Per giunta, la tesi finora sostenuta dalla SIAE, secondo cui l’Italia raccoglierebbe introiti minori rispetto alle altre collecting society europee, verrebbe smentita da un report dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), secondo cui nel 2012 in Italia si è raccolto più equo compenso per copia privata che in ogni altro Paese europeo, eccezion fatta per la tanto citata Francia, e che oltretutto le tariffe riscosse da SIAE sono in ogni caso superiori alla media, a parte che per smartphone e tablet, inseriti tuttavia nelle fattispecie su cui viene imposto il balzello solo in alcuni paesi. Suscita, infine, perplessità scoprire che SIAE avrebbe chiesto per il 2014 nella sola Italia un equo compenso superiore ai 200 milioni di euro, mentre in tutto il 2012 in tutta Europa sono stati raccolti 380 milioni di euro complessivi. Proprio in forza di questi numeri Altroconsumo ha chiesto al Ministro dei beni culturali di ridurre le tariffe dell’equo compenso. […]
Franceschini e copia privata, brutta figura ed esempio di opacità dello Stato, di Gianfranco Giardina
[…] Ma c’è un’altra vulnerabilità in tutta questa storia: il comunicato stampa del Ministero inizia con la celebrazione di un accordo tra il Ministro e Gino Paoli finalizzato a destinare l’incremento del gettito delle nuove tariffe “alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime”. In questa vicenda di cui la trasparenza non è certo la migliore qualità, il Ministro Franceschini si sostituisce al legislatore e addirittura determina con una delle parti interessate una nuova destinazione dei compensi che, invece, secondo la legge vigente, vanno semplicemente ridistribuiti agli aventi diritto. E qui si apre una discrezionalità – l’ennesima in questa storia – molto pericolosa: chi decide chi sono i giovani autori e artisti a dover beneficiare? E con quali meccanismi? Si tratterà delle solite discrezionalità all’italiana per sostenere autori ed artisti “amici” o peggio ancora organizzatori di eventi e manifestazioni ancora più “amici”? Vorremmo poter credere che la finalità sia davvero quella di aiutare i giovani autori e artisti. Permetteteci, nell’Italia dell’Expo e del Mose, di non nutrire questa fiducia, almeno a priori. […]