Il digitale non basta: dalla carta il 93% dei ricavi dei giornali

Non si vive di solo digitale, per lo meno per quanto riguarda i giornali che attualmente ottengono il 93% dei loro ricavi dal vecchio cartaceo. Il mobile nuova frontiera del web e dell’editoria.

La rivoluzione digitale è in corso da qualche anno ormai ma non è ancora terminata, dato che a oggi i giornali non hanno ancora trovato un modello di business digitale che possa minimamente scalfire il cartaceo.

È in corso in questi giorni al Lingotto di Torino il World Newspaper Congress che analizza la situazione della stampa mondiale: più di mille editori e addetti ai lavori si confrontano sui numeri del mercato e sugli scenari futuro dell’editoria.

Il digitale non basta dalla carta il 93% dei ricavi dei giornali

Il valore complessivo del settore è di 163 miliardi di dollari, cifra che globalmente fa registrare un enorme -24 miliardi rispetto al 2008. Importante sottolineare come il 2013 abbia segnato un’inversione di tendenza rispetto al 2012 per quanto riguarda le entrare pubblicitarie, che hanno registrato un ottimo +11%. Negli ultimi anni la crescita del mercato pubblicitario è complessivamente del 47%.

Complessivamente comunque il web rappresenta appena il 7% dei ricavi per il mondo dei giornali nonostante i grandi investimenti fatti negli ultimi anni.

Il bacino d’utenza con segnali più positivi in assoluto per il cartaceo è quello asiatico, che negli ultimi cinque anni ha registrato un +6.67% e che grazie ai numeri enormi di India, Cina, Malesia e Indonesia rappresenta ormai una realtà importantissima. Cresce tantissimo anche il Medio Oriente (+7.5% insieme all’Africa).

Ben altri numeri invece in America del Nord e Europa, che hanno registrato uno sconfortante -10% e -23% in cinque anni. Proprio per questo motivo in questi due mercati il digitale è l’unico settore in cui è immaginabile uno sviluppo per i prossimi anni.

Tutti concordi nel considerare il mobile come la vera sfida del futuro dato che in Asia e Africa gli accessi alla rete da mobile sono il 40%, mentre in paesi come la Cina la percentuale arriva addirittura all’80%. È un dato di fatto dunque che ormai chi fa informazione e chiunque ragioni in termine di rete deve pensare in termini di mobile.

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