Salone del Libro 2014: il punto sullo stato degli ebook e dei lettori digitali in Italia

Dall’8 al 12 maggio Torino diventa la capitale europea del libro grazie al Salone Internazionale del Libro. Giacomo Brunoro, direttore editoriale di LA CASE Books prova a fare il punto sullo stato degli ebook e dei lettori digitali oggi in Italia.

Il XXVII Salone Internazionale del Libro di Torino (Ligotto Fiere, 8-12 maggio) molto probabilmente sarà il Salone più digitale di sempre. Per lo meno fino alla prossima edizione. Cresce sempre di più infatti l’interesse e l’attenzione per il mondo del digitale, e del resto non potrebbe essere altrimenti.

Salone del Libro 2014: il punto sullo stato degli ebook e dei lettori digitali in Italia

Si è già parlato su queste pagine dei tantissimi eventi dedicati al mondo dell’editoria digitale al Lingotto quest’anno (qui trovate tutti gli eventi digitali del Salone 2014), ma quello che mi piace sottolineare è come in questa occasione il digitale abbia l’occasione di uscire dalla rete per farsi conoscere dai lettori.

Oggi come oggi credo che siano essenzialmente due i lettori digitali italiani: i lettori forti, che grazie al digitale risparmiano molto e che hanno scoperto l’enorme comodità degli eReader moderni, e i non lettori, quelli cioè che di norma non leggevano ma che oggi grazie alla comodità di strumenti come l’iPad hanno iniziato di tanto in tanto a scaricarsi qualche ebook, magari incuriositi dal titolo, dalla copertina o da offerte particolarmente vantaggiose.

Sia ben chiaro che non ho nessuna statistica per confermare questa mia affermazione, diciamo che si tratta di una sensazione maturata analizzando le vendite di LA CASE Books, l’editore digitale statunitense per cui lavoro, e confrontandomi con i tanti lettori (e non lettori) che conosco personalmente o con cui vengo in contatto quotidianamente per i più disparati motivi.

Salone del Libro 2014: il punto sullo stato degli ebook e dei lettori digitali in Italia

Mancano all’appello essenzialmente tre figure: i nostalgici a priori, quelli che senza il profumo della carta si sentono male (e che però non mettono piede in una libreria da anni), e quelli che leggono 3, 4 libri all’anno. I primi oppongono una resistenza modaiola al digitale solo perché massima espressione del concetto di nuovo in un mondo chiuso e conservatore come quello della letteratura, i secondi invece non sentono il bisogno di dotarsi di un eReader dato che per loro la lettura è un piacere marginale.

La terza categoria di assenti è invece la categoria più numerosa: quelli che non leggono in digitale semplicemente perché… non hanno mai provato. Gli addetti ai lavori infatti danno per scontato che tutti gli italiani possiedano un Kindle, un Kobo un iPad, dimenticando invece che il nostro Paese deve fare ancora un bel po’ di strada da questo punto di vista.

Senza dimenticare poi il pessimo stato della rete italiana, elemento che impedisce fisicamente ai lettori digitali italiani di crescere. Ecco perché il Salone del Libro è un momento straordinario per la nostra editoria digitale, un momento di vera e propria evangelizzazione per utilizzare un termine molto caro ai divulgatori scientifici americani (e non solo a loro).

Per questo motivo è importante esserci, parlare con le persone, capire chi sono i lettori italiani, confrontarsi con i problemi quotidiani di chi potenzialmente potrebbe essere un lettore digitale ma non lo è. E tutto questo per poter pubblicare ebook migliori e per imparare a guardare le cose da un altro punto di vista, quello dei lettori.

Salone del Libro 2014: il punto sullo stato degli ebook e dei lettori digitali in Italia

Il mondo editoriale italiano infatti ha il grande difetto di considerare poco i lettori che, nella migliore delle ipotesi, vengono definiti un branco di pecoroni che incapace di comprendere le grandi opere d’arte. Personalmente tendo a ribaltare il discorso dato che un libro viene scritto perché poi sia letto e di conseguenza se scrivo un libro che poi non viene letto da nessuno probabilmente c’è qualcosa di sbagliato.

E quel qualcosa dipende probabilmente dalle scelte fatte dagli editori o dagli autori. E quando parlo di scelte non mi riferisco soltanto a quelle che riguardano il testo scritto ma anche a quelle che riguardano tutta la filiera, dalla copertina del libro al prezzo, dalla promozione fatta dagli uffici stampa a quella fatta dal marketing.

Senza dimenticare due motivi fondamentali: magari il tuo libro (o il tuo ebook) non viene letto perché è un brutto libro, oppure perché non soddisfa nessun bisogno per il lettore. Nessuno ci pensa mai ma spesso queste sono le ragioni più semplici.

È incredibile poi, parlando con gli addetti ai lavori, vedere come si riesca a prevedere in maniera quasi scientifica il fatto che un libro non venderà nulla: succede spesso, e allora è spontaneo domandarsi perché quel libro viene pubblicato? Anche qui le risposte sono molto semplici: la scelta di pubblicare o non pubblicare un libro spesso è politica e non tiene conto del mercato, senza tener conto che spesso che fa questo tipo di scelte è messa lì con criteri politici e quindi non ha la più pallida idea di cosa sia il mercato.

Salone del Libro 2014: il punto sullo stato degli ebook e dei lettori digitali in Italia

Ma non divaghiamo troppo. Io sarò al Salone da giovedì a domenica: giovedì giornata prevalentemente all’IBF (con qualche appuntamento anche venerdì e sabato), mentre venerdì e domenica parteciperò a due eventi diversissimi tra loro a cui invito tutti:

– Il coaching come strumento di bene comune – Venerdì 9 maggio, ore 11.30, SALA BUSINESS. Insieme a Natascia Pane presenteremo la nuova avventura di CoachMag, il magazine digitale dedicato al mondo del coaching.

Lettori e autori 3.0 – Domenica 11 maggio, ore 19.00, BOOK TO THE FUTURE. Insieme a Simone Bedetti, Matteo Strukul, Mauro de Marco, Laura Orrico e Paolo Pedote si proverà a fare il punto sul mondo dell’editoria digitale senza prendersi troppo sul serio.

 

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