Il Censis ci dice che in Italia i libri non li legge più (quasi) nessuno.

Il nuovo dato Censis sullo stato della lettura in Italia è impietoso: nell’ultimo anno i quotidiani hanno registrato un calo di lettori pari al 2,3% (negli ultimi anni la percentuale di lettori dei quotidiani è scesa dal 67% al 45.5%). Si salvano le testate online con un incremento del 2,1%, soprattutto grazie a smartphone e tablet. Male anche la free press che si becca un calo dell’11,8%. Calano anche i settimanali (-1% di utenza).

L’editoria libraria (tanto per cambiare) sta sotto un treno: tra il 2011 e il 2012 i lettori di quotidiani tra i 14 e i 29 anni sono diminuti circa del 2%, quelli di libri sono passati da una percentuale del 68% al 57%. Cresce (anche se poco rispetto ai paesi anglosassoni) il mercato degli ebook.

Oggi soltanto il 49.7% degli italiani legge almeno un libro all’anno, un dato che dovrebbe far riflettere. Gli ebook invece passano dall’1 al 2,7%: una crescita ancora bassa rispetto al mercato anglosassone ma che comunque delinea un segnale molto chiaro.

Perché il mercato digitale cresca è arrivato il momento di fare il salto di qualità a livello industriale: i grandi gruppi editoriali devono accettare la realtà e smetterla di boicottare in tutti i modi il mondo del digitale perché qui non si parla più di futuro, ma di presente. Mettere adesso continui paletti all’ebook significa semplicemente perdere lettori su carta senza guadagnarne in digitale.

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