STUDY: audiolibri consigliati dall’AI in contesti educativi. Stiamo iniziando a mettere in mano all’AI l’educazione delle nuove generazioni, Skynet ringrazia.
Da tempo gli audiolibri sono diventati un importante supporto allo studio, soprattutto nei paesi anglosassoni. E da tempo Google e Apple (ma non solo) stanno investendo moltissimo nel settore “education”.
Dietro alla litania insopportabilmente falsa dell’impegno sociale, della beneficenza e della responsabilità, litania ripetuta come una mantra da società con capitalizzazioni miliardarie che hanno più liquidità di molti stati, ci sono tre motivi molto concreti che spingono questi colossi a investire nel settore scuola:
- una quantità enorme di denaro;
- la possibilità unica di vincolare fin da piccoli i bambini all’utilizzo di determinati dispositivi e linguaggi (iOs piuttosto che Android);
- raccogliere montagne di dati ultrasensibili.
Google Study
Oggi come oggi la quantità di libri a disposizione di uno studente è virtualmente infinita: migliaia di titoli disponibili in formato gratuito (e legale) su decine di piattaforme in ogni tipo di formato, per non parlare delle biblioteche (fisiche e digitali). Oltre a tutto quello che si trova in commercio, ovviamente.
Nessuna epoca ha avuto a disposizione così tanto materiale culturale, in qualsiasi lingua e formato. Ma, proprio come nella Biblioteca di Babele descritta da Borges in Finzioni, in un oceano virtualmente infinito diventa impossibile orientarsi.
Proprio per questo motivo Google AI, in collaborazione con Learning Ally, ha sviluppato STUDY, un sistema unico di consigli personalizzati di contenuti incentrato sugli audiolibri.
Learning Ally fornisce audiolibri agli studenti attraverso un programma di abbonamento per migliorare la loro esperienza di lettura. L’algoritmo STUDY sfrutta l’aspetto sociale della lettura valutando quello che leggono i coetanei.
L’algoritmo elabora la lettura della cronologia del coinvolgimento degli studenti all’interno della stessa classe, garantendo che le raccomandazioni siano allineate con le tendenze attuali all’interno di un gruppo sociale localizzato.
In base a questi e a mille altri dati Study propone a ogni studente una serie di consigli di ascolto che, in teoria, dovrebbero essere i migliori consigli possibili all’interno del contesto sociale dello studente (già me lo vedo Voltaire che si rivolta nella tomba).
L’importanza di fare scelte sbagliate
Al di là del solito rumore di fondo tipico di questi casi (i dati forniti da Learning Ally sul consumo di audiolibri sono rigorosamente super anonimi per proteggere gli studenti e blablablabla…), resta un problema gigantesco: stiamo sempre più andando verso un mondo in cui sarà virtualmente impossibile scegliere un contenuto sbagliato.
Libri, film, fumetti, canzoni, articoli… tutto sarà sempre giusto e socialmente corretto, adatto ai nostri gusti e perfettamente in linea con il contesto sociale in cui ci troviamo.
Qui però sorgono due problemi enormi, il primo riguarda i gusti personali, il secondo invece la possibilità di rompere le regole.
Qual è il contenuto giusto? Quello sbagliato!
Io posso capire che un algoritmo mi consigli prodotti culturali affini ai miei gusti, ma prima dovrò crearmi un gusto personale. Se fin da quando sono sui banchi di scuola tutto è modellato sui miei gusti significa che i miei gusti non esistono, perché non ho mai avuto la possibilità di sviluppare interessi e gusti personali.
Per usare una metafora sportiva se non perdi mai non potrai mai sapere cosa significhi vincere. Per questo nello sport è fondamentale perdere confrontandosi con chi è più bravo di noi (niente paura, c’è sempre qualcuno più bravo).
Se non fai fatica confrontandoti con un’opera difficile, che ti spiazza, che ti mette in crisi, che stravolge il tuo modo di vedere le cose, che ti sbatte in faccia l’altro da te, non crescerai mai.
Il secondo problema, quello relativo al rompere le regole, è invece a mio modo di vedere quello centrale: le letture più importanti della mia vita, quelle che mi hanno formato più nel profondo, sono state tutte letture proibite. Letture pirata. Letture sbagliate.
Libri e fumetti che non avrei dovuto leggere e che leggevo di nascosto, libri che rubavo, libri che erano vietati. Per non parlare della musica e del cinema, o delle persone sbagliate da non frequentare…
Tutta roba che un’AI non mi avrebbe mai consigliato perché inadatta alla mia età, al mio contesto sociale e blablablabla… E sono quasi sicuro che valga lo stesso per la maggior parte delle persone che si sono formate leggendo libri e fumetti, ascoltando musica, guardando film e confrontandosi con gli altri.
Da Utopia a Distopia
L’utopia dell’iper personalizzazione dei contenuti culturali porta al rischio enorme dell’appiattimento totale e, di conseguenza, alla polarizzazione estrema dei punti di vista. Quello che vediamo tutti i giorni aprendo qualsiasi social in cui qualcuno provi ad affrontare una discussione in maniera leggermente strutturata.
Proprio come Facebook ti consiglia le persone con cui stringere “amicizia”, a breve creeranno un’AI che ci consiglierà anche quali persone frequentare condannandoci a una vita noiosissima. Perché l’AI sarà sicuramente capace di replicare tutto del cervelo umano, tranne l’ironia.
In Gattaca tutto veniva stabilito in baste al DNA. L’AI forse ci salverà da una vita preconfezionata in base ai nostri geni, ma ci condannerà a una vita in cui sarà difficilissimo farsi una risata.