Online News Act, Google e Meta contro la nuova legge canadese che aiuta i giornali. Al di là delle polemiche il problema resta: ha senso una legge del genere?
In Canada è entrato ufficialmente in vigore l’Online News Act, una nuova normativa che ha come obiettivo “una equa ripartizione delle entrate tra le piattaforme digitale e le testate giornalistiche”.
Non si tratta della prima legge che cerca di aiutare in maniera diretta il comparto giornalistico, visto che già in Australia si è intervenuti in questo senso (per non parlare delle fallimentari iniziative tentate da alcuni stati europei negli anni scorsi)
Di fatto la legge obbliga i grandi player come Google e Meta a stringere accordi commerciali con le testate giornalistiche. Una legge che a prima vista appare priva di senso e completamente arbitraria, sopratutto in uno scenario in cui molte testate giornalistiche ormai utilizzano in maniera sistematica programmi di Intelligenza Artificiale per creare contenuti.
Non esistono pasti gratis
Non si capisce poi perché i giornalisti potrebbero utilizzare gratuitamente Google (così come Facebook, Wikipedia o tutte le fonti disponibili in rete) per creare i loro contenuti. Così come non si capisce perché i giornali dovrebbero di utilizzare gratis i social network per aumentare il traffico dei loro siti.
In parole povere: utilizzi gratuitamente Google e i social per guadagnare denaro, utenti o traffico? Bene, non lamentarti se le piattaforme poi riescono a generare introiti dall’utilizzo che fai dei loro sistemi.
Alla fine dovrebbe essere chiaro a tutti che non esistono pasti gratis. Quindi se ritieni che le piattaforme abusino dei tuoi contenuti evita di utilizzarle, basta de-indicizzare il proprio sito da Google e dagli altri motori di ricerca, chiudere i propri account social, ecc. ecc….
Insomma, la polemica è sempre la stessa e si ha l’impressione che l’editoria tradizionale sia ormai arrivata a un livello pre-zombi. Oltre al fatto che singole leggi locali/nazionali possono pochissimo in uno scenario globale.
I grandi gruppi editoriali ormai da anni non riescono a elaborare una strategia alternativa al “dateci dei soldi”, strategia che a mio avviso resta leggermente deficitaria.