Le grandi case editrici aspettano di capire il modello di business, i piccoli sperimentano di più dice Stefano Saladino, il “selezionatore” delle 10 startup che andranno al Salone del Libro di maggio. Ecco quali sono e cosa dicono sui cambiamenti che stanno sconvolgendo il mondo dei libri
L’editoria digitale sta prendendo due strade: da un parte c’è il libro cartaceo che esiste e continuerà ad esistere ma si arricchirà di contenuti tecnologici, dall’altra “cose” che non si chiamano più libri ma prodotti editoriali, nati direttamente dalla tecnologia digitale. Tutti, per il momento, convivono. Il problema semmai è che la maggior parte degli editori tradizionali sta alla finestra in attesa di capire quali nuovi modelli di business ne deriveranno.
A sostenerlo è Stefano Saladino, presidente dell’Associazione Luoghi di Relazione, ideatrice ed organizzatrice del Digital Festival, che quest’anno ha collaborato con il Salone del Libro (in programma al Lingotto di Torino dall’8 al 12 maggio) nella realizzazione dell’area Start Up in Book to the future.
Uno spazio di 150 mq interamente dedicato a dieci startup, selezionate attraverso un bando internazionale per la loro offerta di contenuti innovativi relativi ai prodotti editoriali.