[…] Figurarsi se in quattro anni di “Era Kindle” e di cambiamento annunciato da tutti ovunque (anche prima di quattro anni, considerando Doctorow), gli editori potevano adeguarsi. No, troppo poco. In quattro anni ci fai una Guerra Mondiale, che è una sciocchezzuola, mica qualcosa di così colossale e drastico come far adattare un’azienda al proprio mercato.
Nessuno ha chiesto alla Mondadori o alla Einaudi di fare sonde spaziali o mitragliatrici: solo di fare libri, ma correttamente e seguendo i veri interessi dei lettori e i loro veri bisogni, non seguendo le supposizioni supposte dal marketing e che in quanto supposte gli sono finite dritte nel culo (parafrasando Caparezza).
[…]
I forti lettori non sono topi di biblioteca disadattati che non sanno usare un mouse, come gli editori pare sperassero, ma sono i primi ad avere i mezzi e le conoscenze per ribellarsi se il Sistema Editoriale li fa incazzare (e a guidare la rivoluzione, in attesa che gli altri si uniscano).
[…]
Il 7% formato da forti lettori fornisce il 5% dei forti acquirenti, che da soli generano il 44% dei volumi venduti! Mettendo assieme i lettori da più di dodici libri all’anno e la fascia subito sotto (tra nove e undici), e fatte di nuovo il necessario arrotondamento, abbiamo circa un 13% di acquirenti (21% di lettori) che da soli determinano il 55% delle vendite.
Ah-ah, la balla del “il mercato grosso è nel cliente da un libro l’anno” suona sempre più una balla. Una comoda balla. No: il mercato delle TRUFFE, dei clienti scemotti da manovrare con le mode, è quello da 1-2 libri l’anno.
Il mercato VERO, quello difficile in cui si muovono i soldi, è quello dei medi e forti lettori che però pretendono un briciolo di rispetto e con l’avvento degli eReader sono sempre più disposti a mandare gli editori a quel paese e leggere gratis ciò che davvero desiderano leggere, senza ripiegare sull’immondizia del momento solo perché “la libreria offre solo quella”.