A Francoforte va in scena la crisi nera del libro italiano (…e gli ebook stanno a guardare)

E’ stato presentato alla Buchmesse di Francoforte il nuovo rapporto sullo stato dell’editoria in Italia: numeri molto critici per un settore che era entrato in crisi nel 2011 e che ha confermato i dati negati in tutti i segmenti del 2012 (trovate il rapporto completo qui).

I dati Nielsen parlano di un -3.7% per quanto riguarda il giro d’affari rispetto all’anno scorso per i canali trade, se invece si considera il mercato nel suo complesso il calo è addirittura del 4.6% (dati AIE), mentre nei primi nove mesi il dato dei canali trade è -8.7% (dati Nielsen).

Nel 2011 sono diminuiti anche gli italiani che hanno letto almeno un libro all’anno: appena 25,9 milioni, meno della metà della popolazione dunque, con un calo di 723mila persone rispetto al 20120 (ma di questo ne avevamo già parlato).

Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italia Editori, ha dichiarato che “Non è più il tempo di parole per il mondo del libro. Ci servono fatti”. Purtroppo, come sempre accade in questi casi in Italia, gli imprenditori invece di pensare a come guadagnare quote di mercato invocano interventi ed aiuti dallo Stato, anche se devo dire che il discorso di Polillo contiene alcuni passaggi interessanti (cosa che mi ha sorpreso molto).

Ecco nel dettaglio cos’ha detto Polillo nel suo discorso rivolgendosi al Sottosegretario Paolo Peluffo: “Datevi una politica coordinata per il libro, troppi e frammentati sono i rapporti e gli interlocutori del nostro mondo su sostegno all’editoria, promozione della lettura e diritto d’autore. Dateci sostegno per far abbassare l’iva sugli eBook dal 21% al 4% e dateci un credito d’imposta sull’innovazione digitale. Ma soprattutto date più attenzione al nostro ruolo di operatori culturali. Sono richieste non troppo onerose per le casse dello Stato ma che stimolerebbero una ripartenza per le case editrici, rimettendo in moto il mondo della lettura”.

Personalmente credo che l’unica misura sensata possa essere quella della riduzione dell’iva sugli ebook (questa cosa del 21% è davvero paradossale). Il ridicolo putroppo arriva con l’intervento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria Paolo Peluffo: “Sulla scia della campagna di comunicazione sulla lettura promossa da questo Governo, nelle prossime settimane proporrò l’istituzione di una task force sul libro, un gruppo di lavoro interministeriale che adotti tutti le misure necessarie a sostenere e promuovere la lettura, nella scuola e nelle università”. Ridiamo per non piangere…

Dall’analisi emerge un dato impietoso per le piccole librerie indipendenti che registrano una flessione del 4,2% mentre crescono le vendite di libri nelle librerie di catena. Sorprende il dato relativo alla GDO (banchi libri in supermercati e ipermercati) in cui si è registrato un calo del 17.9%, mentre aumentano del 14.2% le vendite di libri online (internet rappresenta oggi il 9,7% dei canali trade).

Gli ebook invece hanno avuto un’impennata arrivando a 12,6 milioni di fatturato a fine 2011 (+740% sul 2010). I libri digitali a fine 2011 rappresentavano lo 0.87% dei canali trade e lo 0.38% del mercato complessivo. Uso apposta il passato perché personalmente ho potuto constare un’incredibile esplosione del mercato degli ebook a partire da gennaio 2012 (la mia casa editrice già a febbraio aveva già abbondantemente superato il fatturato di tutto il 2011), e quindi credo che questi numeri siano lontani anzi, lontanissimi dalla realtà attuale del mercato.

Quanto vale oggi il digitale in Italia, e soprattutto, quanto potrà valere nei prossimi mesi? Non ho dati per dirlo ma provo a fare una stima ottimistica (ma non troppo): con l’abbuffata natalizia di tablet e eReader credo che a gennaio 2013 il mercato degli ebook potrebbe arrivare al 5% del mercato complessivo editoriale. Non a caso i primi mesi del 2012 hanno confermato il trend negativo per i libri (-8,7% a copie e un -7,3% a valore), mentre l’ebook è in crescita.

Questa ipotetica cifra del 5% peraltro potrebbe addirittura raddoppiare se gli editori non stessero giocando sporco con la scolastica (prezzi altissimi, formati assurdi, iper protezione dei formati, sistemi assurdi di accesso agli ebook, e potrei continuare per ore).

Altri segnali di crisi: le traduzioni sono in calo (far tradurre un libro costa…), se nel 1997 il 24,9% dei titoli pubblicati erano traduzioni da una lingua straniera (in pratica un libro ogni quattro) oggi sono il 19,7%. E se nel 1997 il 40,3% delle copie stampate e distribuite erano di autori stranieri, oggi sono 35,8%.

2 commenti

  1. Per quanto riguarda gli ebook, sono infatti sorpreso che manchino ancora tantissimi titoli. C’è un ritardo mostruoso considerando le potenzialità del mercato. Adelphi, se non mi sbaglio, ha pubblicato solo un centinaio di titoli ebook e altri editori, escludendo Mondadori e Bur, non sono più avanti. Mi auguro che si diano una svegliata.

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