Su queste pagine se ne parla da molto tempo e ora anche gli editori europei, dopo essersi resi conto che quello digitale è un mercato vero, iniziano a chiedere a gran voce un regime fiscale neutrale per gli ebook.
Poi anche questa volta ci si sbilancia a metà, dato che comunque si chiede una norma che “danneggi le vendite di libri cartacei”. Meglio stendere un velo pietoso su quest’ultima affermazione e tornare al punto della questione: al momento infatti i libri cartacei godono di una sostanziale riduzione dell’IVA in tutti i Paesi UE mentre gli ebook no (vengono considerati al pari dei videogiochi), ma se a mio avviso il problema è di portata ben più ampia e riguarda l’intera fiscalità all’interno dell’UE.
Finché l’IVA e le imposte saranno completamente diverse da Paese a Paese (come avviene di fatto oggi) sarà impossibile parlare di mercato unico o di regole comuni: quello dell’editoria digitale resterà dunque soltanto uno dei tanti mercati in cui i vari player si scontreranno con regole diverse.
Il Far West è destinato a durare ancora a lungo, molto a lungo.
La questione è stata sollevata durante la tavola rotonda, organizzata a Bruxelles dalla Commissaria europea all’Agenda Digitale Neelie Kroes, con la Federazione degli Editori Europei (Fep) e dei Librai Europei (Ebf) per discutere delle policy europee inerenti gli eBook.